La Vogalonga, Venezia e la scrittura: addio a Delfo Utimpergher, cronista della città

Martedì 7 Gennaio 2020
La Vogalonga, Venezia e la scrittura: addio a Delfo Utimpergher, cronista della città
 In tanti si ricordano di lui per essere stato l'uomo che, dalle pagine del Gazzettino, contribuì in modo determinante a far nascere la Vogalonga. Ma è stato anche una penna fine del giornalismo e cronista di razza, con una passione enorme per Venezia, la sua città, e la laguna.
Delfo Utimpergher è morto domenica sera all'età di 92 anni, durante un ricovero in ospedale dopo una lunga vita in cui non ha mai smesso di scrivere. Solo negli ultimi anni aveva avuto seri problemi di salute.
La sua ultima fatica era stata Se Venezia... una favola per adulti pubblicato pochi anni fa, la cui storia si svolge nell'arco di una sola giornata con una Venezia in balia del turismo mordi e fuggi nello sfondo. La dimostrazione di come, decine di anni prima, avesse visto giusto nel pericolo di trasformazione di Venezia in una non città a causa del sempre maggiore asservimento delle sue attività alle lusinghe del turismo, della fuga delle attività diverse ma essenziali in un capoluogo e della mancanza di un progetto per Venezia in nessun governo italiano.
«Con Delfo se ne va un pezzo importante della storia del giornalismo veneto - ha commentato il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Gianluca Amadori - Utimpergher ha saputo interpretare la professione con eleganza, sobrietà e pacatezza, doti che, associate ad una grande professionalità, gli hanno assicurato stima e considerazione da parte di tutti».
Un ritratto confermato e tramandato da tanti colleghi, molti dei quali non ci sono più, della stagione degli anni Sessanta e Settanta, quando fu cronista di nera e giudiziaria e poi capocronista del Gazzettino e anche inviato speciale, i colleghi dell'epoca hanno tramandato di lui un ritratto di persona perbene, determinato ma dai modi gentili. Era anche corrispondente dal Veneto per il Messaggero e per il Giorno. Per il giornale milanese seguì i processi degli Anni di Piombo e anche della Tangentopoli veneta.
Nel 1979 approdò alla Rai del Veneto e contribuì a far nascere e lanciare il telegiornale regionale. La sua carriera cominciò nella seconda metà degli anni Cinquanta, quando finita l'università, aveva deciso che avrebbe voluto fare il giornalista.
«Voleva assolutamente un incontro con il direttore - ricorda il figlio Paolo - perché voleva scrivere assolutamente per il giornale e alla fine il segretario di redazione, stremato, disse al direttore Senti, questo ragazzo lo devi ricevere».
Cominciò così la sua carriera di cronista che lo vide in prima linea, tra le altre cose con l'alluvione del 66 e il tornado a Sant'Elena del 70. Due anni fa perse l'amata moglie, ma ritrovò il sorriso da bisnonno con la nascita della piccola Agata.
«Delfo - lo ricorda Maurizio Crovato, collega prima al Gazzettino e poi alla Rai - era una persona immensamente sportiva e immensamente innamorata della sua città. Proveniva da una dinastia di vetrai arrivati a Murano nientemeno dalla Boemia ed era l'unico negli anni Settanta a girare per Venezia con una gondola in lustrofinper i canali. Quella volta che Paolo Rosa Salva, con Stefano Falchetta ebbe l'idea della Vogalonga, Delfo fu quello che si prodigò a coinvolgere il suo direttore e il Gazzettino nell'operazione».
Il funerale si svolgerà a San Donato a Murano sabato alle 11. La camera ardente  venerdì dalle 8 all'ospedale civile di Venezia.
Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 15:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci