Imposta di soggiorno, i paletti dei giudici: gettito vincolato al turismo

Domenica 5 Maggio 2019 di Angela Pederiva
Imposta di soggiorno, i paletti dei giudici: gettito vincolato al turismo
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JESOLO - L'incasso dell'imposta di soggiorno può essere utilizzato, almeno in parte, per ridurre la bolletta dei rifiuti? È questa la domanda posta alla Corte dei Conti dal Comune di Jesolo, uno dei 1.020 che in Italia applicano un qualche balzello sui turisti (997 sul pernottamento, 23 sullo sbarco). Municipi che ora rischiano però di essere travolti dalla perentoria risposta dei magistrati del Veneto: no, trattandosi di una tassa di scopo, l'entrata deve essere «correlata esclusivamente a spese della tipologia indicata dal legislatore e non ad altre», quindi a «interventi in materia di turismo».
I DATI
Nella prima regione turistica d'Italia, la partita è rilevante. Stando a un'indagine condotta dal centro studi di Federalberghi in collaborazione con New Mercury Tourism Consulting, basata su dati della Ragioneria Generale dello Stato relativi al 2017, il gettito dell'imposta di soggiorno ammonta a 63.750.086 euro in Veneto, secondo a livello nazionale dietro al Lazio. Non a caso fra le prime dieci città per volume figurano Venezia (31.743.790 euro) e Verona (3.213.122). Ma nel 2018 a Jesolo è stato registrato un balzo in avanti, di poco sopra i 6 milioni, così nella località balneare si è acceso il dibattito sulla destinazione dei soldi. In particolare dopo che l'amministrazione comunale ha deciso di rincarare la Tari, con un aumento medio di 70 euro per le famiglie di Jesolo Paese e del 15% per le attività produttive, l'opposizione ha chiesto alla maggioranza di seguire l'esempio di Venezia, diminuendo la tariffa rifiuti attraverso il ricorso ai fondi dell'imposta di soggiorno.
LA DOMANDA
Per verificare la legittimità di un simile provvedimento, ed evidentemente cautelarsi da eventuali contestazioni di danno erariale, il sindaco Valerio Zoggia ha chiesto un parere alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. «L'ente riassume il collegio presieduto da Diana Calaciura Traina ipotizza l'impiego di una parte delle risorse provenienti dall'imposta di soggiorno per soddisfare il fabbisogno finanziario prodotto dai servizi Rsu, al quale, secondo l'ordinamento vigente, è destinata apposita tassa, ossia quella sui rifiuti. Ciò al fine, evidentemente, di diminuire la pressione fiscale sulla collettività locale (la Tari incombe, appunto, sui soggetti che possiedono o detengono a qualsiasi titolo locali o aree suscettibili di produrre rifiuti), compensando il minor gettito con l'utilizzo di una entrata gravante, invece, su soggetti esterni (coloro che alloggiano nelle strutture ricettive ubicate sul territorio dell'ente)». Come sottolineano gli stessi magistrati, non è in discussione la riduzione della Tari, «in sé ammissibile purché venga garantita la copertura delle spese», bensì il mezzo scelto per conseguirla, vale a dire l'impiego dei soldi versati dai turisti, in base ad uno schema che per il 2019 prevede a notte da 0,90 a 3,70 euro negli alberghi, da 0,60 a 2 nei campeggi, 1 euro in alloggi turistici e b&b.
LA LEGGE
Ebbene, per la Corte dei Conti occorre rifarsi alla norma istitutiva del 2011, secondo cui si tratta di «una imposta di scopo, basata, cioè, sulla correlazione prelievo-beneficio e diretta a determinare un miglior livello di accettazione del sacrificio richiesto». Dunque la legge «finalizza l'impiego del gettito ottenuto dall'imposta esclusivamente per il finanziamento diretto ed immediato di interventi nel settore del turismo e di interventi ad esso connessi». In caso contrario «il vincolo, di origine normativa, verrebbe disatteso e, dunque, violato». Tutto ciò «non può che condurre alla esclusione della possibilità prospettata dall'ente». Una doccia fredda per i municipi che impiegano il gettito in maniera creativa, come lamentato da Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi: «Qualcuno racconta la storiella dell'imposta di scopo, destinata a finanziare azioni in favore del turismo. In realtà è una tassa sul turismo, il cui unico fine sembra essere quello di tappare i buchi dei bilanci comunali».
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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