In bus a Mestre sale una donna con il
niqab, l'autista: «Così non vado avanti»

Domenica 2 Gennaio 2011 di Monica Andolfatto
Donne con il niqab
VENEZIA (2 gennaio) - O si scopre il viso o io non proseguo la corsa. Trambusto e tensione nel giorno di San Silvestro su un’autobus di linea dell’Actv di Venezia diretto a Marghera, con i passeggeri che loro malgrado si sono trovati nel mezzo di uno "scontro" fra mondi e culture diverse, o meglio fra legge e credo religioso. Tutto scatta alla fermata di Rampa Cavalcavia a Mestre, quando insieme ad altri viaggiatori a bordo del mezzo pubblico sale anche una donna che indossa il niqab, il tradizionale velo imposto dalla cultura islamica che cela allo sguardo altrui la fisonomia femminile lasciando intravedere solo gli occhi.



Ed è a questo punto che, adducendo motivi di sicurezza, il conducente, normativa alla mano, invita la signora, una cittadina bengalese accompagnata dal marito e dal figlioletto di 6 anni, a togliere l’indumento, una sorta di "burqa" meno coprente. Di fronte al rifiuto della straniera che oppone i dettami della sua fede, il dipendente della municipalizzata chiede l’intervento della polizia, invocando la normativa n. 152 del 1975 che vieta l’uso di qualunque mezzo possa rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo.



Ne scaturisce uno scambio vivace di battute, che non manca di creare disappunto, imbarazzo e anche insofferenza fra i presenti costretti loro malgrado ad assistere a quella sorta di diverbio che nell’immediato si traduce in un allungamento dei tempi di percorrenza del tutto inatteso. Alla fine, da quanto emerso, a prevalere sarebbe stato il buon senso. Infatti quando arriva la volante, inviata sul posto dalla sala operativa del 113, la querelle risulta praticamente risolta. La giovane extracomunitaria si è già tolta il capo di abbigliamento di colore marron e se l’è legato al collo a mo’ di foulard.



Con i congiunti era diretta all’Ufficio immigrazione della Questura ospitato nella sede staccata di via Nicolodi a Marghera per sbrigare alcune pratiche relative al permesso di soggiorno. Pare che l’episodio non abbia, almeno fino a ieri, comportato alcuno strascico di natura penale.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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