CONCORDIA - È stata la stessa Victoria Osagie a registrare, all’insaputa di tutti, il colloquio con le assistenti sociali di Portogruaro che la seguivano. Il motivo? Non si sa. Quindici minuti di dialogo durante i quali alla donna massacrata dal marito due settimane fa a Concordia viene ripetutamente chiesto se il marito la picchia, se la insulta, se la minaccia. E se sì se lo fa davanti ai tre figli di 10, 7 e 2 anni. Ma lei resta vaga, dice che se ne vuole andare senza che lui lo sappia e che ha già trasferito un po’ di cose nell’alloggio che i servizi del Comune le avevano trovato. Parla in inglese fluente, perché con l’italiano è un po’ incerta e si preoccupa molto dei bambini. Il sonoro è in Rete da almeno cinque giorni. A caricarlo LadyT, pseudonimo dietro al quale cela le sue vere generalità una nigeriana che vive a Milano, attiva sui social nel denunciare e combattere le violenze domestiche di cui spesso sono vittima le connazionali che vivono in Italia. Il montato è costituito da numerose foto della 34enne, prese dai suoi profili fb, e anche di Moses Osagie, il coniuge ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
COMMENTI SOCIAL
L’autopsia sul corpo martoriato della moglie - sepolta ieri - ha confermato in maniera scientifica quanto si intuiva a occhio nudo: l’accanimento brutale su una creatura esile e indifesa, trafitta da una ventina di coltellate che la dissanguano e alla quela viene persino spezzato il collo. A consegnare a LadyT la registrazione sarebbe stata un’amica di Victoria, con l’intento appunto di sensibilizzare su quanto accaduto, con la raccomandazione di non sottovalutare i comportamenti violenti dei partner e con l’appello a denunciare. Nella sua introduzione LadyT che si esprime in nigeriano pidgin ripercorre le tappe del femminicidio e posta anche gli articoli del Gazzettino, diffondendo “l’ultima voce” di Victoria a riprova che lei aveva informato le “autorità” della sua difficile situazione.