Il sistema non legge il green pass, dirigente regionale resta fuori e lavora attraverso la finestra

Mercoledì 8 Settembre 2021 di Angela Pederiva
Il dirigente alla... finestra
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VENEZIA - In mezzo secolo di storia dell'istituzione non era mai accaduto che un dirigente regionale partecipasse a una seduta di commissione dal pontile di Palazzo Ferro Fini. Ma in tempi di Covid, e di Green pass obbligatorio per accedere alla sede del Consiglio, succede anche di questo: a causa del mancato riconoscimento dell'unica dose di vaccino ricevuta, un dipendente della Giunta si è visto vietare l'ingresso, al punto da dover dialogare con i politici attraverso la finestra aperta. Così ieri pomeriggio in aula è scoppiata una vivace polemica fra il Partito Democratico e la Lega.


IN AULA
È stato il dem Jonatan Montanariello a sollevare il problema in aula, alla ripresa dei lavori dopo una pausa, necessaria a vagliare alcuni emendamenti a un progetto di legge in materia di territorio, viabilità e ambiente. «Vorrei capire perché se un dipendente viene da un'altra struttura regionale, qui non può accedere, anche se ha il vaccino e fa quello che gli dice il dottore: abbiamo lasciato fuori una persona che doveva dare un contributo importante alla discussione», ha lamentato l'esponente dell'opposizione, alludendo al fatto che il lettore della certificazione verde non aveva ritenuto idonea la copia cartacea dell'avvenuta somministrazione, una sola in quanto il dirigente in questione aveva avuto il Covid.

Replica del leghista Roberto Ciambetti, presidente dell'assemblea legislativa: «Io ho qualche dubbio sul fatto che il Green Pass sia perfetto, ma se c'è una norma va applicata». Il riferimento era alla recente delibera dell'ufficio di presidenza che ha prescritto l'utilizzo del documento, ponendo fra l'altro a carico degli eletti il costo dell'eventuale tampone alternativo. 


IL BATTIBECCO
Fra i due è scoppiato un acceso battibecco. Montanariello: «Questo ha il vaccino e lei lo lascia fuori?». Ciambetti: «Tutti quanti quelli che sono entrati oggi a Palazzo hanno mostrato il Green pass e non c'è stato nessun problema». Per la verità dai banchi delle minoranze è stato segnalato un malfunzionamento anche per alcuni consiglieri, i quali hanno dovuto scaricare di nuovo la certificazione. Ma tant'è, la diatriba è proseguita. Il dem: «Non è un no-vax, è uno che ha fatto il vaccino». Il leghista: «Se il sistema non riconosce quel tipo di Green pass, non si entra, molto semplice. Anche se capitasse a me o ad altri. Le ripeto, quindi: non è stato fatto nessun tipo di discriminazione, è stata applicata una norma sulla quale mi pare che il suo partito stia anche spingendo molto a Roma». Montanariello ha continuato a contestare la decisione del segretario generale Roberto Valente, a cui ha manifestato solidarietà Giuseppe Pan, capogruppo della Lega: «Ha applicato in maniera puntuale la norma e si è attenuto a quello che è previsto dalle normative, anche governative, in caso di sanità e di sicurezza». Caso chiuso? Formalmente sì, Ciambetti ha dato corso all'ordine del giorno, peraltro non senza richiamare l'assessore leghista Cristiano Corazzari alla necessità di usare i dispositivi («Indossi la mascherina»). Pare però di capire che servirà un approfondimento tecnico sulla vicenda. Rinviata anche la discussione sulla moratoria agli impianti fotovoltaici a terra: il capogruppo zaiano Alberto Villanova ha annunciato un pdl «per tutelare il delicato equilibrio delle zone agricole».
 

Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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