Granchio blu: incubo o leccornia? La sfida del ministro: «La sua carne è pregiata, può avere un mercato» - Video

Martedì 8 Agosto 2023
Il granchio blu, incubo della laguna di Venezia - Foto di Gretta Blankenship da Pixabay

CHIOGGIA (VENEZIA) - «Voglio parlare bene del granchio blu...». Poteva essere spiazzante l’esordio del discorso con cui il ministro Francesco Lollobrigida ha spiegato, ai rappresentanti del mondo della pesca chioggiotto, come il suo dicastero stia affrontando il problema dell’invasione delle lagune e delle coste venete (ma non solo) da parte di questo crostaceo.

Granchio blu, un flagello in mare

Nella due-giorni trascorsa tra il Polesine e Chioggia, i pescatori e gli allevatori di molluschi avevano avuto modo di illustrargli i danni che questo granchio produce ai loro vivai, distruggendo le reti per arrivare a cibarsi di vongole, cozze e ostriche, ma anche, in mancanza di questi, cibandosi di pesci di piccola taglia e riproducendosi a velocità vertiginosa grazie alla capacità degli esemplari femmina di “incubare” milioni di uova. Un flagello, insomma, per molte attività di esca e acquacoltura. «Voglio parlare bene del granchio blu... perché se ne parlano tutti male, nessuno lo compra», ha però completato la frase il ministro dell’Agricoltura, delineando quella che vuole essere la principale strategia di lotta “all’invasore alieno” (la specie, come noto, arriva dalle sponde atlantiche del Nord America) e restituendo serenità a chi avesse, eventualmente, frainteso.

L'opportunità

«Si tratta, ora, di un fenomeno che pone delle criticità – ha aggiunto Lollobrigida – ma che, presto, diventerà un’opportunità». E per opportunità si intende la possibilità di inserirlo nel novero della cucina italiana, come prodotto gastronomico d’eccellenza.

La carne del granchio blu è molto pregiata, tra gli alimenti più sani, perché ricca di vitamina B12, che contrasta la senilità: questo è un argomento che ci aiuterà a favorirne la commercializzazione

E qui il ministro ha ricordato come il Veneto abbia sempre saputo trarre il meglio dalle difficoltà e trasformarle, appunto, in opportunità. «Un territorio (quello costiero, ndr) emerso dalle paludi, dove è stata sconfitta la malaria, luoghi, prima invivibili per l’uomo, sono stati trasformati in luoghi dove ora si coltiva il riso, si pratica l’acquacoltura».

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La vongola filippina, il precedente a Chioggia


Del resto, a Chioggia, tutti ricordano ancora come la vongola filippina, trapiantata in laguna negli anni ‘80 del secolo scorso, abbia soppiantato la vongola nostrana e dato il via a una rivoluzione produttiva economicamente importante, anche se con riflessi sociali piuttosto caotici. Dunque una filiera alimentare potrebbe essere la risposta, a medio-lungo termine, ai problemi causati dal granchio blu.

Molluschi a rischio: cosa fare?


Ma, nell’immediato, si pone il problema di un’altra filiera alimentare, quella dei molluschi, in particolare, che, a causa del granchio blu, rischia il tracollo. «Abbiamo recuperato risorse per 2,9 milioni di euro – ha aggiunto Lollobrigida, spiegando, così, la strategia di intervento a breve termine – il cui stanziamento sarà approvato oggi (ieri, ndr) dal Consiglio dei ministri. Abbiamo agito il più rapidamente possibile anche se, forse, qualcuno doveva pensarci prima, visto che sono 10-15 anni che conosciamo gli effetti dell’arrivo di questa specie. Lo stanziamento servirà, prima di tutto, per i contributi per le spese di smaltimento e che saranno calcolati, retroattivamente, dal 1° agosto. Abbiamo già concordato con Confindustria un abbassamento delle spese di smaltimento, che passeranno da 0,25 euro al chilogrammo, a 0,15, nell’ambito di un accordo di filiera che prevede che chi raccoglie i granchi, li trasforma (in farine, per ora) e riceve, quindi, un primo beneficio dalla raccolta e uno ulteriore dalla vendita del prodotto trasformato. Questo tipo di intervento, molto rapido, credo sarà erogabile già dal mese di settembre».


 

I fondi


Poi ci saranno gli stanziamenti europei del Feampa: «Con questi fondi cercheremo di immaginare delle misure di sostegno alla trasformazione del granchio blu». Un crostaceo che ha unelevata domanda di mercato negli Stati Uniti (come Carolina, Virginia, Maryland), dove potrebbe essere esportato, magari arricchito da un marchio di trasformazione “made in Italy”. 

Ultimo aggiornamento: 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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