Addio a Gino Tagliapietra, primo Sì gay del Veneto

Lunedì 12 Ottobre 2020 di Melody Fusaro
Gino Tagliapietra (a sinistra) e Lorenzo Bagato
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SPINEA - Un giorno triste per Spinea che deve dire addio a uno spinetense molto amato. È morto Gino Tagliapietra, che aveva da pochi giorni compiuto 69 anni. Viveva in un appartamento in centro, affacciato su via Roma, con suo marito Lorenzo Bagato. Ma aveva tanti amici anche a Venezia, Murano e a Burano, dove aveva vissuto e lavorato in passato. Gino, dopo aver lavorato una vita al Provveditorato agli studi, era in pensione. La notizia della sua morte sta circolando in queste ore a Spinea e viene accolta con dolore e infinita tristezza da tante persone, amici di una vita o conosciute di recente, quando Gino e Lorenzo sono diventati il simbolo spinetense delle battaglie per i diritti civili. Nel 2016 sono stati infatti la prima coppia omosessuale di Spinea (e tra le prime in Veneto) a dire sì a pochi giorni dall'approvazione della legge sulle unioni civili. Gino, che allora aveva 65 anni, insieme a Lorenzo che ne aveva cinque in più, non aveva perso tempo e aveva subito contattato il Comune di Spinea per chiedere come avrebbe dovuto procedere. Un desiderio di una vita che la coppia non ha mai nascosto e per il quale ha sempre combattuto, per decenni. E che è diventato realtà dopo 40 anni di convivenza. Lorenzo e Gino si erano conosciuti 45 anni fa ed erano stati loro stessi a raccontare la storia di quel 13 settembre 1975 in cui si erano incontrati in villa a Stra. Da allora non si sono mai separati. Nel 1993 era iniziata la convivenza e a Spinea avevano ormai messo radici. Entrambi condividevano l'amore per i cani: con loro c'era prima Stella, l'inseparabile dalmata, poi era arrivato il cane Buc. Con l'ufficializzazione si erano finalmente rasserenati: «Le nostre pensioni sono povere e abbiamo una casa, vogliamo proteggerci l'un l'altro da qualunque cosa possa accadere». Il loro matrimonio è stata una doppia festa per tutta la città: al loro addio al celibato hanno partecipato centinaia di persone, amici ma anche tanti sconosciuti. Il 3 settembre 2016, poi, la cerimonia in municipio, celebrata da Gianpier Chinellato e Loredana Mainardi, allora assessori. Negli ultimi mesi Gino non stava bene e raccontava del suo stato di salute sui social. Anche in quel caso era stato accolto da centinaia di messaggi di vicinanza e di affetto di tante persone che gli auguravano di guarire presto. E oggi, alla notizia della sua scomparsa, un altro fiume di messaggi ha travolto la pagina di Gino. «Ricordo ancora la gran festa con cavalli, carrozze, fotografi, giornalisti, tv e tanta gente - ricorda Lorenzo - Ringrazio per tutto questo chi, approvando la legge, ci ha permesso di coronare il sogno di una vita. Oggi sono solo e ho tanta voglia di parlare di lui, voglio con tutto il cuore che Gino continui ad essere amato e ricordato ancor di piudi quanto non lo fosse in vita».
 

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