20mila euro per l'auto nuova inviati e "persi": frode informatica di un 41enne romena a un imprenditore

Venerdì 26 Febbraio 2021
20mila euro per l'auto nuova inviati e "persi": frode informatica di un 41enne romena a un imprenditore
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VENEZIA - La Guardia di Finanza di Treviso, coordinata dalla Procura di Milano, ha bloccato una particolare frode informatica, realizzata da una romena ai danni di un imprenditore veneziano. La frode, conosciuta come "Man in the middleW, consiste nell'intercettare la mail con la quale un venditore invia al cliente la fattura o un altro documento commerciale, contenente i dettagli del conto corrente su cui effettuare il pagamento di un servizio o di un bene. Il truffatore, dopo essere riuscito ad accedere abusivamente alla casella di posta elettronica della vittima, avvia una paziente attività di osservazione delle mail scambiate tra venditore e cliente, che può durare anche mesi, in attesa che il messaggio di posta elettronica, contenente il codice Iban su cui versare la somma, giunga nella casella di posta del cliente. In quello stesso momento, interviene per sostituirlo con il proprio codice IBAN: a questo punto, l'ignara vittima esegue il bonifico non sul conto corrente del venditore, ma su quello del truffatore che svuota il conto corrente con una serie di bonifici su conti esteri o tramite prelievi multipli, con più carte bancomat associate allo stesso conto. E' quanto è capitato all'imprenditore che ha scoperto che un bonifico di 20 mila euro, per l'acquisto di un'auto da una concessionaria veneta, non era andato a buon fine: la somma infatti risultava regolarmente addebitata, ma non era mai arrivata al rivenditore. I finanzieri hanno smascherato la truffa, bloccando il conto corrente della truffatrice, in attesa dell'intervento della procura di Milano, competente in relazione alla sede della filiale di «appoggio» del conto. In tal modo, al blocco del conto corrente è seguito il sequestro penale della somma poi restituita alla vittima, mentre la truffatrice, una 41 enne romena, residente nel padovano, rischia una condanna fino a 3 anni di reclusione. 

Ultimo aggiornamento: 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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