Veneto, farmacie senza medicinali: mancano antibiotici, cortisonici per aerosol, antiepilettici e anche antitumorali

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Angela Pederiva
Veneto, farmacie senza medicinali

Un tavolo di lavoro permanente sull'approvvigionamento dei medicinali, «per definire la reale entità del fenomeno e indicare proposte risolutive». L'ha annunciato ieri il ministro Orazio Schillaci, aprendo l'incontro con i rappresentanti del dicastero della Salute, della filiera produttivo-distributiva e dell'Aifa, dopo che proprio quest'ultima ha aggiornato a 3.200 i farmaci attualmente carenti in Italia. Un problema che si fa sentire anche in Veneto, tanto che la Regione ha inviato una circolare ai medici e ai farmacisti con le indicazioni operative da seguire per «minimizzare i tempi di intervento» e ridurre «il disagio per il paziente».

Quali farmaci mancano in Veneto?


L'esperienza quotidiana dimostra che scarseggiano gli antinfiammatori come l'ibuprofene, gli antipiretici come il paracetamolo, alcuni tipi di antibiotici come l'amoxicillina, ma anche cortisonici per l'aerosol, farmaci antiepilettici e perfino antitumorali.

A livello nazionale (e non solo), le cause delle mancate forniture sono state individuate nelle difficoltà legate alla crisi energetica e all'insufficienza di materie prime per il confezionamento, come vetro e alluminio, ma anche nel picco della stagione influenzale che ha incrementato i consumi e nell'onda lunga del Covid che ha travolto la Cina, cioè uno dei principali produttori di princìpi attivi. Quale che sia la motivazione, comunque, il risultato è che circa metà dell'elenco stilato dall'Agenzia italiana del farmaco riguarda medicinali per i quali è stata accertata la «cessata commercializzazione», in alcuni casi «temporanea» ma in altri proprio «definitiva».

Indicazioni a medici e farmacisti

Che fare? Nella nota trasmessa ai medici e alle farmacie, la direzione Farmaceutica ha fatto presente che «pervengono quotidianamente» alla struttura regionale «richieste di intervento da parte di cittadini, ma anche di farmacisti, relativamente a farmaci mancanti nel ciclo distributivo». Che fare? Il direttore Giovanna Scroccaro ha precisato che innanzi tutto bisogna distinguere i medicinali effettivamente carenti, vale a dire non reperibili «sull'intero territorio nazionale» e di conseguenza inseriti nella lista dell'Aifa, dalle cosiddette indisponibilità, presenti in determinate aree a causa di «distorsioni del mercato spesso collegate alle dinamiche del circuito distributivo». In caso di carenza, il medico prescrittore ha due possibilità: da una parte, se sono «presenti possibili alternative terapeutiche», deve «attuare una sostituzione della terapia in atto»; dall'altra, se un medicinale equivalente non c'è, può «valutare la possibilità di importazione di farmaco analogo autorizzato all'estero», compilando un apposito modulo che va consegnato in copia al paziente e inoltrato all'azienda sanitaria di competenza, che si occuperà delle procedure di arrivo da oltre confine. Quanto invece alle istruzioni regionali per il farmacista, «è opportuno» che quest'ultimo, in caso di medicinale carente, indirizzi il paziente dal medico che lo ha prescritto, affinché possa valutare l'alternativa o l'importazione. Se invece il prodotto è semplicemente indisponibile, tanto da non comparire nell'elenco dell'Aifa, la farmacia deve «contattare almeno tre grossisti tra quelli a disposizione nel suo territorio» e magari «rivolgersi anche ad altri distributori, in aggiunta a quelli normalmente utilizzati». Se anche a quel punto permane l'indisponibilità nella rete regionale, il farmacista dovrà fare l'ordine direttamente «al titolare Aic», cioè al responsabile della commercializzazione del medicinale, il quale sarà tenuto a consegnarlo entro 48 ore.

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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