Fdi-Lega, duello sui posti nell'ufficio di presidenza: fissato per il 12 aprile il rinnovo dei vertici del Consiglio regionale

Giovedì 16 Marzo 2023 di Angela Pederiva
Fdi-Lega, duello sui posti nell'ufficio di presidenza: fissato per il 12 aprile il rinnovo dei vertici del Consiglio regionale

Fratelli d'Italia lancia la sfida alla Lega in vista del traguardo volante di metà mandato in Veneto. È stato convocato per il 12 aprile il Consiglio regionale chiamato al rinnovo dell'ufficio di presidenza: in base allo statuto e al regolamento, al giro di boa dei 30 mesi dall'inizio della legislatura è previsto che il presidente, i suoi due vice e gli altrettanti segretari vengano eletti, o rieletti.

Ecco, quest'ultima è l'eventualità che i meloniani vorrebbero evitare, determinati come sono a far valere un peso politico che è vistosamente cresciuto rispetto a due anni e mezzo fa, quando erano rimasti esclusi dagli incarichi di vertice.


EQUILIBRI
In ossequio agli equilibri sanciti dalle regole interne dell'istituzione, alla maggioranza erano andati il presidente (il leghista Roberto Ciambetti), il vicepresidente vicario (il leghista Nicola Finco) e una segretaria (la zaiana Alessandra Sponda), mentre all'opposizione erano state destinate l'altra vicepresidente (la dem Francesca Zottis) e la seconda segretaria (la pentastellata Erika Baldin). Dalle scelte erano rimasti fuori gli altri gruppi di centrodestra, cioè Veneta Autonomia che però conta solo un consigliere, Forza Italia che ne ha due e soprattutto Fratelli d'Italia che invece ne ha cinque. Già allora Fdi aveva masticato amaro, dovendo accontentarsi di uno scranno in Giunta con Elena Donazzan e di due posti da segretario di commissione con Joe Formaggio e Tommaso Razzolini. Ma se a settembre 2020 la corazzata zaian-leghista aveva avuto potuto agevolmente sbandierare il 61,5% dei voti, a fronte del 9,6% ottenuto dai meloniani, da settembre 2023 i rapporti di forza sul piano dei consensi sono cambiati.


NUMERI
Secondo i risultati delle Politiche, in Veneto la Lega ha circa il 14% e Fdi ha più o meno il 32%. Numeri che hanno proiettato diversi Fratelli veneti ai piani alti delle istituzioni parlamentari, ultimo in ordine di tempo l'ex capogruppo regionale Raffaele Speranzon appena entrato nella commissione di vigilanza Rai, tanto che domani a Belluno deputati e senatori celebreranno in grande spolvero i "100 e più giorni" del governo Meloni. È su questo sfondo che vanno dunque letti i movimenti in corso a Palazzo Ferro fini in previsione del rinnovo dell'ufficio di presidenza, organismo di potere, prestigio e pure pecunia: l'indennità di funzione va da 2.400 a 2.700 euro lordi mensili. Oltretutto gli farà poi seguito a maggio anche l'analogo passaggio per presidenti, vicepresidenti e segretari delle sei commissioni permanenti (mentre sarà a dicembre la valutazione triennale sul segretario generale Roberto Valente, al quale comunque è stata appena riconosciuta dall'Organismo indipendente di valutazione la retribuzione di risultato pari a 17.238 euro).


ATTENZIONE
Alberto Villanova, portavoce dell'intergruppo Lega-Liga, fa muro: «Per quanto mi riguarda, verranno confermati tutti gli uscenti, perché hanno lavorato bene». Risulta però che nelle scorse settimane una delegazione di Fdi abbia avuto un incontro direttamente con il governatore Luca Zaia, per chiedergli maggiore attenzione dopo alcune frizioni avute con gli alleati, in particolare sulla proposta (promossa proprio da Villanova) di togliere l'onorificenza di cavaliere a Josip Broz Tito, condivisa invece dal Partito Democratico. Intanto il capogruppo dem Giacomo Possamai ha avuto ieri un chiarimento sulla bocciatura, nella seduta di martedì, di tutti gli emendamenti alla legge sulle malghe: «I leghisti dicono che c'è stato un fraintendimento, dovuto all'assenza dell'assessore Federico Caner. Meglio così, visto che saremmo stati pronti a presentarne centinaia su ogni futuro provvedimento, se fosse stato quello il loro concetto di democrazia...».

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