Dormitorio per stranieri o affittacamere, la controversia di Conetta e la colletta dei residenti

Venerdì 11 Novembre 2022 di Diego Degan
CONETTA Controversia su un immobile, l'auspicio del sindaco

CONA - Un dormitorio per extracomunitari nel centro di Conetta? E’ una possibilità che, da qualche mese a questa parte, si fa sempre più concreta e che sta agitando la vita sociale della piccola comunità già famosa per aver forzatamente ospitato, tra il 2015 e il 2018, uno dei più grandi centri di prima accoglienza per i profughi, in Veneto. Ma qui non si parla più di profughi, bensì di “imprenditori”, anzi di una imprenditrice, di nazionalità marocchina, che sta per acquistare un edificio storico della frazione, per crearvi, stando alle indiscrezioni, un dormitorio, o qualcosa di simile. I residenti non ci stanno e si sono “autotassati” per mettere insieme un’offerta concorrenziale a quella della donna ma, a quanto pare, sono arrivati fuori tempo massimo. Conetta, la più piccola frazione di Cona, è un paese, prettamente agricolo, di soli 200 abitanti: non ci sono bar, non ci sono negozi e neppure scuole.

C’è un ristorante, la trattoria da Vegro, rinomato e frequentato anche dai “foresti”. Per il resto bisogna andare nella vicina Agna. Ma gli abitanti tengono molto alle tradizioni e hanno fondato una Pro Loco molto attiva che organizza diverse sagre anno. Molti anni fa, però, quando c’erano anche più abitanti, proprio accanto a Vegro, esisteva un’altra osteria, denominata Squarcina.

 LO STABILE

Oggi quello stabile è abbandonato e in disuso da molti anni e gli attuali proprietari (gli eredi di un farmacista deceduto l’anno scorso) l’hanno messa in vendita al prezzo base di 47mila euro: un affare, visto che l’immobile è di almeno 500 metri quadrati ma, forse, un po’ meno affare se si considera che avrebbe bisogno di consistenti lavori interni e che, per quanto in centro, si trova in una zona agricola non molto frequentata. Con tutti questi dubbi, comunque, verso la fine del 2021, un possibile compratore si era fatto vivo con l’agenzia incaricata della vendita. Giorgio Lazzarotto, agricoltore e nipote di un ex sindaco di Cona, voleva «rianimare un po’ la frazione – racconta – non avevo le idee chiare ma mi piaceva l’idea di “restituire” alla comunità qualcosa di suo, che andasse, anche indirettamente, a beneficio degli abitanti. Magari riaprire l’osteria e qualche altro servizio per il paese». Ma, aggiunge «in quel periodo ero molto impegnato con il lavoro e avevo chiesto all’agenzia un po’ di tempo per riordinare le idee e trovare qualche socio nell’acquisizione». La scorsa primavera, quando si è ripresentato all’agenzia, però, Lazzarotto si è sentito dire che c’era un’altra offerta: una promessa di vendita, per 40mila euro, con una signora marocchina, presunta imprenditrice, che aveva dato in cauzione (quindi non versato) un assegno di 2mila euro.

LA PROPOSTA

La donna avrebbe spiegato di voler organizzare una sorta di affittacamere e la cosa non sarebbe tanto strana, poichè in queste campagne, tra Venezia, Padova e Rovigo, lavorano molti extracomunitari, più o meno regolarmente. Uno di loro, che era arrivato nel campo profughi di Conetta, lavora da anni proprio alle dipendenze di Lazzarotto e alloggia in una casa rurale, dove non paga affitto, ma solo le utenze. Ma non tutti sono così fortunati. «Non è una questione stranieri o italiani – spiega Lazzarotto – Il problema, per me, non era chi acquistava, ma cosa volesse farne: un dormitorio, proprio no. Quindi ho immediatamente contattato una decina di amici che si sono detti disposti a metterci 5mila euro a testa per presentare l’offerta e dare alla marocchina almeno i 2mila euro che lei aveva “impegnato”». Ma la cosa non ha funzionato: i proprietari sarebbero disponibili, ma c’è di mezzo la promessa di vendita che risulterebbe vincolante e l’acquirente marocchina, per desistere, avrebbe chiesto 150mila euro. La vendita, però, non si è ancora conclusa. «Allo stato attuale – dicono dall’agenzia – ci sono solo scritture private e non possiamo fornire alcuna informazione sulla trattativa, né sulle intenzioni dei possibili acquirenti o venditori circa il presunto utilizzo (a noi sconosciuto) dell’immobile, se a titolo privato, commerciale o altro». Da parte sua il sindaco di Cona, Alessandro Aggio riferisce di essere al corrente della controversia ma, aggiunge «è una questione tra privati. Non rientra nelle mie competenze, ovviamente. E’ chiaro che considero più utile per la comunità una struttura di ritrovo, magari con annesso bed&breakfast come quella che, da quanto ho capito, vorrebbero i miei concittadini. Posso solo augurarmi che tutte le parti comprendano che questa potrebbe essere la miglior soluzione e si comportino di conseguenza». 

Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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