Casa occupata in via Barcis, sgombero lampo: il blitz scopre i due abusivi

Cittadini etiopi 30 anni, regolari e con un lavoro. Il posto era stato consigliato loro da un senzatetto

Sabato 22 Aprile 2023 di Marco Agrusti
Casa occupata in via Barcis, sgombero lampo: il blitz scopre i due abusivi

PORDENONE - Lavoratori regolari, trentenni, di nazionalità etiope. Hanno un permesso di soggiorno, non sono né clandestini, né richiedenti asilo. Uno ha un impiego da magazziniere in una fabbrica di Vallenoncello, l’altro si occupa di raccogliere rifiuti. Ecco chi occupava, almeno dal 12 aprile scorso, il secondo piano della casa di via Barcis a Pordenone, cioè l’appartamento di proprietà di Veli Cassan, 96enne e padre di Velia, leader di Articolo 1 in provincia e figlia dell’anziano.

E a consigliare loro quel posto per dormire, secondo quanto ricostruito dalla polizia locale di Pordenone, è stato un cittadino rumeno senza fissa dimora che staziona nei pressi dello scalo ferroviario cittadino. Quindi si trattava di una meta conosciuta, oggetto di un passaparola. Tutto fino alle 14.30 di ieri, perché in tempi record - rispetto allo standard comune ad altre città italiane - l’occupazione abusiva della casa di via Barcis è terminata. E i due cittadini etiopi sono stati denunciati a piede libero proprio per l’occupazione abusiva dell’immobile. 


IL BLITZ
Otto agenti della locale, compreso il commissario capo Nicola Candido che ha coordinato le operazioni, più una pattuglia della Questura. Al loro fianco Velia Cassan, la figlia del proprietario dell’abitazione. Alle 14.30 quattro auto della polizia locale sono arrivate in via Barcis. Le serrande del secondo piano erano abbassate, nessun movimento. Non volava una mosca. Gli agenti, grazie alle chiavi dei proprietari, sono entrati e sono saliti al secondo piano. Il piano terra ospitava una concessionaria e ora è vuoto. Una volta percorse le scale, le prove inconfutabili di quanto si sospettava: qualcuno viveva da giorni nell’appartamento che Cassan e il padre 96enne stavano pensando di ristrutturare, per poi trasferirvisi. In passato anche una cessione in affitto. All’interno c’era di tutto, come si spiegherà nell’articolo in basso. Ma degli occupanti, nessuna traccia.

 
LA RICERCA
La polizia locale, che aveva ricevuto la denuncia di Velia Cassan già lunedì pomeriggio, stava lavorando da giorni. E non ci ha messo molto a chiudere il cerchio. Due auto, dopo il sopralluogo compiuto al primo piano della palazzina di via Barcis, sono partite alla ricerca del primo soggetto. Una ventina di minuti dopo sono tornati con a bordo un uomo. Zaino in spalla, pantaloni della tuta e maglioncino. Ci hanno parlato, lo hanno convinto a contattare il secondo coinquilino abusivo. Poi il secondo viaggio, mentre il primo era stato rintracciato in una fabbrica di Vallenoncello. Anche la seconda parte dell’operazione ha successo, perché il secondo uomo viene trovato in centro e condotto in via Barcis. I due occupanti abusivi, gli agenti della locale e Velia Cassan salgono di nuovo al primo piano. I due cittadini etiopi non hanno molto da dire. «Ma si sono scusati», riferiscono sia gli agenti che la figlia del proprietario. Tra loro e Velia Cassan solo sguardi, nessuna parola. Appare chiaro il quadro: è una storia di marginalità, ai limiti della disperazione ma oltre i limiti della legge. 


L’EPILOGO
Sul posto arrivano anche i tecnici dell’Enel, incaricati di capire come facessero, i due trentenni, a garantirsi l’energia elettrica. Si scoprirà solo nel tardo pomeriggio che le utenze erano sì disdette, ma la corrente passava ancora. Cade così l’accusa di furto di energia. La casa viene sigillata dai proprietari. Viene anche ricostruita la dinamica dell’occupazione: sono entrati dalla porta laterale rompendo i vetri e hanno recuperato l’acqua per le esigenze quotidiane in un fossato. I due cittadini etiopi finiscono la giornata al Comando di polizia locale per la segnalazione e la denuncia. Poi passano in carico ai Servizi sociali, che hanno già trovato un ricovero d’emergenza per la prima notte. Al Comando anche il 96enne Veli Cassan. Sollevato, come chi ha recuperato sia un bene che il senso della giustizia. 

Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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