Protesta all'ex hub di Conetta: arrivano i sindaci padovani

Martedì 21 Luglio 2020 di Nicola Benvenuti
Protesta all'ex hub di Conetta: arrivano i sindaci padovani
AGNA «Il nostro territorio ha già pagato un prezzo altissimo tra il 2015 e il 2018, e non permetteremo che tutto ciò si ripeta. Agna era al centro del famigerato “distretto del profugo” e abbiamo subìto le scelte sbagliate del Governo di allora, con ferite ancora aperte. Se servirà, siamo qua e battaglieremo ancora per difendere le nostre famiglie! Pronti alle barricate!». Non ha mezzi termini il sindaco di Agna, Gianluca Piva, che ieri pomeriggio ha presidiato, insieme ad altri colleghi amministratori padovani, oltre ai primi cittadini del Veneziano, l’esterno dell’ex base militare di Conetta, chiusa dal 2018, dove si teme possano essere ospitati migranti risultati positivi al Coronavirus.
LA PROTESTA
La protesta pacifica era stata indetta dal sindaco leghista di Cona Alessandro Aggio. Nutrita la pattuglia degli amministratori pubblici padovani, non tutti del centrodestra: erano presenti i sindaci di Correzzola Mauro Fecchio, Candiana Luca Manfrin, Arre Michele Teobaldo, Tribano Massimo Cavazzana, Terrassa Modesto Lazzarin, Carceri Tiberio Businaro, oltre al vice sindaco di Bagnoli Matteo Ruzzon. A dar loro manforte esponenti politici della Lega come Massimo Bitonci ed Elisabetta Gardini per Fratelli d’Italia. Tra i più fermi oppositori di una riapertura della base di Conetta vi è proprio il sindaco di Agna, che da qualche tempo è stato nominato anche vice responsabile nazionale per le questioni migratorie di FdI. «Agna confina con Cavarzere e con Cona. È chiaro che le notizie di questi giorni hanno scosso e allarmato l’amministrazione e i cittadini: per tre anni abbiamo già vissuto una situazione simile, stretti tra il centro di Conetta e l’hub di San Siro a Bagnoli. É stato un periodo difficile, e non vogliamo riviverlo, tanto più con un’emergenza sanitaria come questa in corso».
I SOSTENITORI
A sostegno della protesta dei sindaci anche l’onorevole Luca De Carlo, dello stesso partito di Giorgia Meloni. «Il Prefetto di Venezia non esclude di riaprire il centro di accoglienza di Cona? Basta ignorare i sindaci e i cittadini. Si chieda invece perché, come sostiene, ci sarebbe gente con i forconi ad accoglierli». «Senza un blocco navale e degli ingressi, il peso di questa emergenza continua ad essere scaricata sui sindaci e sulle comunità, che nemmeno vengono informate di cosa sta per succedere», denuncia De Carlo. «Trovo incomprensibile che ci siano restrizioni per i turisti, che i cittadini italiani non possano rientrare in patria o viaggiare liberamente, mentre clandestini e profughi viaggiano senza problemi sul suolo italiano». De Carlo sottolinea poi come i costi sociali dell’apertura del centro di Cona negli anni passati siano noti a tutti. «Sono tutti coscienti che un atto del genere sarebbe altamente impopolare ed è il frutto di politiche sbagliate, ma non è scaricando i problemi sui comuni che migliorerà qualcosa. Piuttosto cominciamo a chiederci: perché la gente sarebbe pronta a “prendere i forconi” di fronte a una scelta del genere? Perché non vengono avvisati i sindaci? Perché gli italiani continuano a rispettare misure restrittive, mentre i profughi non hanno limitazioni?». I sindaci chiedono risposte allo Stato, anche tramite un maggior dialogo con le Prefetture.
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Ultimo aggiornamento: 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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