Don Armando Trevisiol: «Le donne devono poter celebrare la Messa»

Sabato 29 Gennaio 2022 di Fulvio Fenzo
don Armando Trevisiol

MESTRE - «In attesa che la Chiesa consacri donne giovani o anziane, sposate o nubili, per dar voce anche oggi a Cristo e per celebrare i divini misteri, penso che la soluzione delle cappellane sia quanto mai valida e provvidenziale».
Una speranza e uno sguardo sulla realtà che arriva non da un laico e, nemmeno, da un giovane prete, ma da un sacerdote che a metà marzo arriverà a compiere la bellezza di 93 primavere. Sì, si tratta di don Armando Trevisiol, l'uomo che ha creato dal nulla i Centri don Vecchi, che si schiera apertamente per parificare il ruolo delle donne a quello degli uomini all'interno della Chiesa, riconoscendo così anche all'universo femminile la possibilità di celebrare la messa.
Don Armando è a casa da una settimana, nel piccolo appartamento all'interno del Don Vecchi di Carpenedo, anche lui colpito dal Covid. «Sto aspettando di fare un nuovo tampone - racconta -, perché il virus ha colpito anche me.

Avevo tosse, malessere, poi è salita la febbre, ma ora sto bene. Avevo fatto le tre dosi di vaccino e il Covid mi ha preso in maniera benevola. A dire il vero adesso mi pesa di più stare in isolamento...».

Ma intanto, con un intervento pubblicato l'altro giorno sul foglietto La Voce, il settimanale della sua chiesetta del cimitero di Mestre, don Armando ha lanciato la sua proposta rivolta alla Chiesa, ovviamente non solo veneziana, ma ai piani più alti.
È un dato di realtà - spiega don Armando -. Noi vecchi parroci abbiamo avuto sempre l'aiuto di giovani cappellani e sagrestani, mentre adesso i sacerdoti non possono più contare su questa preziosa collaborazione. Io, nella mia chiesa del cimitero, ho mezzo seminario di collaboratori e di collaboratrici, perché sono sempre stato convinto che bisogna cercare e trovare soluzioni relative al nostro tempo». E così don Armando racconta di aver consigliato personalmente ai suoi colleghi di non temere di farsi affiancare da donne: «Nella mia vita ho avuto fortuna ed ho sempre trovato collaboratrici motivate, e la mia speranza è che chiunque, uomo o donna che sia, possa collaborare per diffondere il messaggio di nostro Signore, tanto più in questo periodo di crisi».
Un'idea che don Armando aveva lanciato già negli anni scorsi, per affiancare sempre più laici (e laiche) ai preti che sono sempre meno e sempre più in difficoltà dovendo, praticamente ovunque, seguire ormai più di una parrocchia a testa. Ma stavolta il sacerdote 92enne va anche oltre: «Ora penso anche alle messe. E spero che prima o poi la Chiesa le consacri per celebrare le funzioni». Partendo, intanto, dalle cappellane.
 

Ultimo aggiornamento: 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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