Deliveroo, i rider del Veneto al tempo del Covid: «Fra lavoro e diritti»

Domenica 25 Aprile 2021 di Angela Pederiva
Deliveroo, i rider del Veneto al tempo del Covid: «Fra lavoro e diritti»

VENEZIA - Alì e Awais sono le due facce del Giano bifronte che pedala nelle nostre città. Entrambi hanno 24 anni, sono originari del Pakistan, abitano a Mestre e lavorano per Deliveroo.

Schiavi del ventunesimo secolo, oppure nuovi eroi della pandemia? Chiamateli come volete e arriveranno come sempre, sotto il sole e con la pioggia, sulle spalle lo zaino carico dei cibi e delle bevande che avete ordinato, nella testa opinioni diametralmente opposte sulla loro condizione. Dice l'uno: «Chiedo rispetto per i miei diritti, perché l'azienda mangia tutto e mi lascia solo le briciole, questo non è giusto». Ribatte l'altro: «Mi sento felice e fortunato ad avere questo posto, ma appena posso cambio, quindi non voglio nessun contratto». Eppure ora ci sarebbe, è il Ccnl del settore logistica, trasporto, merci e spedizione, sottoscritto un mese fa da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Just Eat Takeaway, che giovedì a Verona ha assunto con tutti i crismi i suoi primi 120 rider.


LE STIME
Ecco come si chiamano tecnicamente i protagonisti di un fenomeno che, a cinque anni dall'avvento in Italia, è decisamente esploso anche a Nordest con il Covid. Ciclisti per necessità, fattorini per fame, propria e altrui. I numeri della categoria sono un mistero: «Vengono ingaggiati con ritenuta d'acconto o con partita Iva, confondendosi fra tutti gli altri lavoratori a progetto, a chiamata o autonomi, per cui è impossibile quantificarli», spiega Romeo Barutta, segretario regionale della Filt Cgil, il sindacato che venerdì ha allestito gazebo e svolto volantinaggi nelle piazze del Veneto in cui i discendenti degli speedy-pizza sono soliti ritrovarsi in attesa degli ordini. Per arrivare alla storica sentenza di Milano, con cui due mesi è stata imposta la regolarizzazione degli ingaggi ai quattro giganti del settore e cioè Uber Eats, Glovo-Foodinho, Deliveroo e appunto Just Eat, il procuratore capo Francesco Greco ha dovuto decuplicare le stime iniziali: le posizioni da tutelare a livello nazionale non erano 6.000, bensì 60.000, per cui è verosimile che nel contesto veneto si tratti di diverse centinaia di addetti.


«UN LAVORETTO»
Fra loro c'è Awais, che faceva il cameriere al Lido di Venezia. «Poi è arrivato il virus e ho perso il posto racconta per cui questo è meglio di niente. Lavoro 5 o 6 ore al giorno, tutta la settimana. Ma a volte succede che non chiama nessuno e allora torno a casa. Mi danno dai 4 ai 7 euro a consegna, in base alla distanza. A fine mese arrivo a prendere anche 1.500 euro. Certo, se però sto male, neanche un centesimo...». Il ciclofattorino legge il volantino che riassume i punti del nuovo contratto: assunzione a tempo indeterminato, retribuzione minima oraria di 9,60 euro, diritto a ferie, permessi, festività, malattia, infortunio, maternità, polizza assicurativa contro gli infortuni e riconoscimento economico per l'uso del proprio mezzo. Il giovane però scuote la testa ed esprime il concetto in inglese: «Part-time job, do you understand?». Sì, capiamo che per lui questo è un lavoretto, in attesa di tempi migliori. Il cellulare segnala una consegna, Awais inforca la bicicletta, piuttosto malconcia: «Me l'ha prestata un amico, ieri me l'hanno rubata, c'è tanta gente cattiva in giro...».


«UNA TRUFFA»
Al suo collega Alì, che lavorava in un bar del centro storico di Venezia, è successo quattro volte. «Poi alla quinta bici si è rotta la catena confida e in ogni caso mi sono sempre dovuto pagare tutto. Fino a un po' di tempo fa andava bene, ci pagavano meglio. Se succedeva che per andare da McDonald's al Parco Bissuola ci offrivano 4 euro, noi rifiutavamo e vincevamo, perché eravamo pochi ma uniti. Invece poi con il Covid sono arrivati tanti altri come me. Adesso se uno dice di no, ce n'è subito un altro che dice di sì. Così i compensi si sono abbassanti tantissimo e a noi viene in tasca l'80%. Questo non è il mio negozio, questa è una grande truffa». Il rider ascolta con attenzione i sindacalisti, stenta a credere che i 9,60 euro previsti dal contratto siano all'ora, indipendentemente dal numero delle consegne effettuate. «Di solito sto online spiega Alì dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 23. Porto a casa 30 o 40 euro al giorno, al massimo 45 nel weekend. Faccio i chilometri fino a Campalto, a Marghera, a Zelarino, adesso vogliono che arrivi anche a Mogliano. Ma se mi faccio male, nessuno mi paga... come si dice? La malattia. Scusa se non parlo bene, ma sono a digiuno da stamattina...».


L'ALGORITMO
Sul piazzale del raduno, compare un altro ragazzo con la bicicletta e lo zaino. È di poche parole: «Sono nato in Afghanistan, qui facevo il fattorino, ma poi è arrivato il Covid. Contratto? Mmm... voglio leggere bene prima». E se ne va. Marcello Salbitani, segretario della Filt Cgil di Venezia, non si stupisce: «I rider sono le vittime del nuovo caporalato. Tutto si basa su un sistema incrementale, per cui più consegne si fanno in meno tempo, più l'algoritmo chiama il lavoratore. Basta una caduta, e quindi un rallentamento, per finire in fondo alla lista. Eppure parliamo di persone che, durante questa emergenza sanitaria, hanno dimostrato di saper svolgere un servizio essenziale a favore di chi non può muoversi da casa. Tra loro non ci sono più solo i ragazzini dei lavoretti, ci sono anche padri di famiglia rimasti senza un impiego».


LE IMPRESE
Spiegano da Just Eat: «L'implementazione del nuovo modello con i rider assunti farà crescere ulteriormente l'importanza del food delivery come servizio per i consumatori e come leva di business per i ristoranti». Accanto ai colossi multinazionali, si moltiplicano le esperienze locali. Per esempio a Venezia c'è Cocai Express, da Treviso sono partite Foodracers e Vorrey, a Verona è stata fondata Food4Me, cooperativa di ciclofattorini che hanno deciso di smarcarsi dalle grandi piattaforme per «rendere migliori le condizioni lavorative». Domani riaprono i bar e i ristoranti, chissà come cambierà la vita degli Alì e degli Awais nelle nostre città.

Ultimo aggiornamento: 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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