Condono edilizio, seimila in attesa:
«Di questo passo non si finirà mai»

Lunedì 29 Dicembre 2014 di Maurizio Dianese
Ca' Farsetti, sede del Comune
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VENEZIA - Ci sono 6 mila veneziani che stanno ancora aspettando - qualcuno dal lontano 1985 - il sì o il no del Comune alla richiesta di condono edilizio.

Erano 7 mila 385 nel 2012, quando il Comune siglò un contratto con Insula per lo smaltimento degli arretrati. Si partiva da questi dati: c'erano 5.265 richieste di condono edilizio risalenti al 1985, 770 che portavano la data del 1994, 1.350 del 2003-2004. Totale, per l'appunto, 7.385 richieste di condono edilizio. In tre anni quando ne sono stati evasi? Più di 800 - 894 per la precisione - per una spesa di 1 milione 524 mila 600 euro. Significa che ogni pratica è costata al Comune circa 2 mila euro. «Mi sembra tantino - ironizza Lorenza Lavini, l'ex consigliera comunale del Pdl che si era battuta contro questo contratto con Insula - Era previsto che in tre anni, dal 2012 al 2014 venisse smaltito tutto l'arretrato e adesso scopro che siamo sotto il 15 per cento delle pratiche evase e che ogni pratica è costata come lo stipendio di un impiegato. Il problema è che il Comune, ben che vada, da un condono può incassare 450 euro di oneri vari e dunque, per ogni pratica perde 1.500 euro».

Non basta. «Il problema vero - spiega Lavini - è che tra le pratiche evase ci sono un sacco di dinieghi e questo sta aprendo contenziosi su contenziosi e quindi, dopo aver speso 1.900 euro per una pratica, adesso il Comune deve spenderne altri per difendersi contro i ricorsi. E l'arretrato è tale che Insula vuole il rinnovo del contratto. Vuol dire un altro milione e mezzo di euro? Ma per fare quanti condoni? Perchè, se vanno avanti di questo passo non finiranno mai». Mai no, diciamo che ci vorrebbero altri 10 anni ad una media di 600 condoni all'anno e chi ha presentato il condono nel 1985 potrebbe veder conclusa la sua pratica - ma solo se è un sì - trent'anni dopo. Nel frattempo chissà che cosa è successo di quel muro spostato, di quella porta ingrandita, di quel solaio riadattato a mansarda abitabile. Magari l'intero condominio nel frattempo è stato demolito... «Per anni i notai sono andati avanti a stipulare i contratti di compravendita in presenza della carta che testimoniava la richiesta di condono. Bastava aver presentato la domanda e si poteva vendere. E adesso? Con tutti quelli che sono stati diniegati come la mettiamo? Il contratto di compravendita è nullo?» E chissà in trent'anni quanta gente è già morta in attesa che il Comune si degnasse di mettere un timbro. «Insula qualche giustificazione ce l'ha solo per il primo anno, quando è ovvio che si trattava di istruire gli impiegati, ma è un fatto che il ritmo è inaccettabile. E anche le cifre spese. Probabilmente se avessimo spalmato quel milione e mezzo sui dipendenti comunali, avremmo smaltito tutte le pratiche. Ecco perchè sono assolutamente contraria a qualsiasi rinnovo di contratto con Insula».
Ultimo aggiornamento: 09:53

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