Venezia multietnica: un abitante su 10 ha origini straniere. Prevalgono le donne dall'Est

Martedì 16 Agosto 2022 di Davide Tamiello
Boom di cittadini stranieri a Venezia
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VENEZIA - Un veneziano su dieci non è nato in Italia. Il mondo nell'ultimo ventennio è cambiato radicalmente e la provincia lagunare non fa certo eccezione: crisi internazionali, ondate migratorie e globalizzazione hanno portato inevitabilmente alla cucitura di un nuovo tessuto sociale. Ed è proprio nell'arco dei quattro lustri che questo passo avanti si vede in maniera più nitida, visto che dal 2003 al 2022, secondo i dati dell'Istat, gli stranieri sin provincia di Venezia sono aumentati del 382%: da 18.976 a 91.600. Una crescita progressiva che, però, nell'ultimo decennio ha preso un'impennata: nel 2012, infatti, erano 68.102 (con una variazione, quindi, del +34%). Tra i 44 comuni, quello più multietnico è Venezia, dove gli stranieri ricoprono il 16,34% della popolazione.

Seguono Stra (14,46%), Annone (13,64%) e Pramaggiore (13,32%). Sul fondo della classifica Chioggia (4,33%) nonostante nell'ultimo decennio abbia avuto un incremento del 52% delle presenze.

LE NAZIONALITÀ
L'etnia dominante sono sicuramente i romeni: in 36 comuni su 44, infatti, sono la comunità più numerosa. In tutto sono quasi ventimila (19.894), praticamente un quinto del totale degli stranieri. Spicca la presenza femminile: per quanto riguarda la Romania, infatti, le donne sono 11.027, mentre per la Moldavia sono addirittura 5.124 su un totale di 7.829. Il motivo è chiaro: i numeri sono legati alla migrazione delle badanti. Fa eccezione, in questa classifica, il capoluogo: a Venezia, invece, la comunità che fa la parte del leone è quella bengalese, con oltre settemila residenti. A livello regionale, negli ultimi dieci anni, nessuna provincia ha avuto un incremento della popolazione straniera pari a quello di Venezia (+34%): seguono Verona (+22%, da 94.468 a 115.708), Rovigo (+20%, da 15.974 a 19.301) e Padova (+15,98%, da 84.128 a 97.568). Saldo negativo, invece, per Treviso (da 93.348 si è scesi a 90.375, -3,18%), Belluno (da 12.468 a 12.133, -2,69%) e Vicenza (da 89.446 a 80.332, -10,19%).


FORZA LAVORO
Numeri che oggi non possono essere ignorati, come spiega anche Daniele Tronco, segretario generale metropolitano del sindacato pensionati Spi Cgil: «In provincia abbiamo un saldo negativo tra nati e morti. Il saldo naturale è di -241, se conteggiamo invece la variabile degli immigrati il dato sale oltre i +3mila. Cosa significa? Senza gli stranieri avremo grossi problemi nella forza lavoro in futuro. Serve una gestione saggia del fenomeno, arrivando a regolarizzare queste persone il prima possibile».


INTEGRAZIONE
E a Venezia, dove negli ultimi dieci anni c'è stata un impennata del 60% della popolazione straniera, queste riflessioni si stanno già facendo. «Il fenomeno è evidente - spiega l'assessore alla Coesione sociale Simone Venturini - Sappiamo che l'integrazione sarà migliore con le seconde generazioni, motivo per cui sarebbe importante che anche il ministero rinforzasse il proprio contributo nelle scuole con finanziamenti ad hoc. Per quanto riguarda noi stiamo cercando di migliorare le questioni abitative, potenziare l'insegnamento dell'educazione civica e di aiutare in particolare le donne. Parliamo molto di pari opportunità ma in certe etnie le donne ancora non conoscono i loro diritti, da quelli sanitari a quelli civili e politici. Il nostro lavoro è cercare di far capire loro che possono e devono partecipare alla vita attiva della città».

 

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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