L'ultimo desiderio di un malato:
mangiare le "moeche" di Chioggia

Martedì 18 Marzo 2014 di Marco Biolcati
Un piatto delle prelibate "moeche"
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Il suo desiderio più grande era quello di poter mangiare le "moeche", di cui aveva tanto sentito parlare. Un desiderio espresso in fin di vita.



La storia è stata raccontata da Gabriele Baldin, che da 30 anni lavora nella direzione del mercato ittico di Chioggia, la patria del prelibato granchio tenero, sul suo profilo Facebook.



Venerdì scorso ha risposto alla telefonata che giungeva dalla capitale: un signore malato terminale ha espresso il desiderio di mangiare le "moeche". «Ne ho sempre sentito parlare ma non ho mai avuto l'occasione di assaggiarle», ha detto a Baldin al telefono.



Chiede una spedizione, ma gli viene spiegato che si tratta di un prodotto delicato e che non sarebbe stato facile. Ma l'uomo non si arrende: «Mando mio figlio a prenderle, me ne compri un chilo e mezzo per favore».



E così è successo. Baldin si è fidato: «La telefonata - racconta - poteva anche essere uno scherzo di cattivo gusto. Ma ho voluto crederci e ho comprato con i miei soldi le "moeche", le ho preparate per fare in modo che durante il trasporto in macchina fino a Roma non si rovinassero e, il giorno dopo, è arrivata veramente la telefonata del figlio del signore che mi ha annunciato di essere ormai quasi arrivato a Padova. Così sono partito e mi sono incontrato con lui all'uscita di Padova zona industriale. C'erano anche la moglie e la figlia. Ha pagato tutto ed è ripartito per portare le "moeche" al padre gravemente malato».



Baldin di tasca propria ha aggiunto anche una bottiglia di prosecco di Valdobbiadene e un vasetto di sardine. Una storia che esalta la solidarietà: quella del figlio che ha fatto centinaia di chilometri in giornata per portare al padre malato quello che desiderava e quella di Baldin che ha risposto all’appello telefonico.
Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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