Guerra sul deposito Gpl, il pressing dei ministeri

Mercoledì 30 Gennaio 2019 di Marco Biolcati
Guerra sul deposito Gpl, il pressing dei ministeri
1
CHIOGGIA - «Impianto pronto a marzo, ma mancano tutti i permessi per metterlo in funzione». Il Comitato No Gpl esce dall'incontro con i Ministeri (Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti e Beni e attività culturali), con l'amministrazione comunale e con gli avvocati di Costa Bioenergie con un «moderato ottimismo». Tra due mesi l'impianto di Gpl in Val da Rio sarà ultimato, ma è ancora lontana, secondo il comitato, la data di entrata in funzione. «Siamo soddisfatti e moderatamente ottimisti spiega il presidente Roberto Rossi soprattutto per l'atteggiamento tenuto dai Ministeri nei confronti della società. I rappresentanti di Costa Bioenergie continuano ad asserire che tutto è a posto e che i permessi ci sono tutti. In realtà questo scenario è stato ampiamente smentito dai rappresentanti dei Ministeri: Costa Bioenergie ha il permesso di costruire e di finire l'impianto, ma che le navi gasiere possano  attraccare in banchina e che le autobotti possano caricare il Gpl è tutto da vedere. Come abbiamo sempre sostenuto, serve una variante al piano regolatore del Porto che al momento non prevede l'entrata di navi gasiere. Una partita che potrebbe durare diversi anni con tutte le problematiche del caso: serviranno nuovi permessi ambientali, nuove verifiche».
Lo stesso dicasi, fa notare Rossi, per le autobotti: «A questo aggiungiamo il fatto che la banchina dove dovrebbero attraccare è posta sotto sequestro e chissà quando si risolverà questa situazione. Insomma, l'impianto a marzo sarà anche finito, ma il rischio è che rimanga una cattedrale nel deserto». All'incontro romano tenutosi al Mise hanno partecipato, oltre al presidente del Comitato Roberto Rossi, anche il sindaco Alessandro Ferro, il vicesindaco Marco Veronese, il capo di gabinetto del Mise Elena Lorenzini, il funzionario del Mise Francesco Vanin, il capo di gabinetto del Mibac Tiziana Coccoluto, la dottoressa Ilaria Ricci Picciloni del Ministero Infrastrutture e i rappresentanti della Costa Bioenergie.
SECONDO INCONTROL'incontro si è concluso con un arrivederci: il Mise ha infatti annunciato altri incontri senza dare però dettagli sulla tempistica: «La nostra speranza continua Rossi è che al prossimo incontro si cominci finalmente a parlare di delocalizzazione dell'impianto. Ma non vogliamo andare troppo oltre. Per ora ci riteniamo soddisfatti della linea intrapresa dai Ministeri e delle tante criticità evidenziate. L'impianto non può entrare in funzione e questo è fondamentale che sia chiaro a tutti».
L'AZIENDALa pensa diversamente Costa Bioenergie che, al termine dell'incontro, ha diffuso una nota ufficiale. La società non entra nel merito degli argomenti trattati al Mise, ma si dice comunque fiduciosa e sicura di aver seguito alla lettera l'iter corretto: «Costa Bioenergie si legge nel comunicato - ha partecipato all'incontro tenutosi al Mise rappresentando le proprie ragioni, l'entità dell'investimento eseguito (circa 35 milioni) e i possibili benefici occupazionali ed economici in generale anche per la comunità di Chioggia, ribadendo che tutto quanto è stato realizzato in coerenza con le autorizzazioni ministeriali conseguite nel maggio 2015 con l'intesa della Regione. Il confronto è stato sereno, civile e corretto e si è concluso con l'intesa di successivi approfondimenti nel rispetto di quelle che saranno le prossime decisioni del Consiglio di Stato a seguito della discussione avvenuta il 24 gennaio scorso». Partita ancora tutta da giocare, con i prossimi mesi che si annunciano roventi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci