Caterina Corner, la regina mecenate e il "dono" di Cipro alla Serenissima

Domenica 25 Settembre 2022 di Alberto Toso Fei
Caterina Corner (illustrazione di Matteo Bergamelli)

VENEZIA - Pur non essendo l'unica regina veneziana consegnata alla storia, fu certamente la più importante e conosciuta, se non altro perché fece dono del suo regno - l'isola di Cipro - alla Repubblica. Un gesto entrato nell'immaginario al punto che il corteo in costume che la prima domenica di settembre precede la Regata Storica nasce per rievocare l'accoglienza riservatale a Venezia nel 1489.

Per qualcuno fu una pedina utilizzata in un gioco più grande di lei.

Ma in verità Caterina Corner di carattere ne ebbe da vendere. Dopo aver perduto marito e figlio dovette infatti fronteggiare lotte fra Stati e faide familiari ferocissime. D'altronde, dentro quel gioco ci era finita a soli 14 anni, e morire sul suo letto acclamata e compianta non fu del tutto scontato, visto che parliamo di un periodo a cavallo tra Quattro e Cinquecento.

Caterina Corner, la regina mecenate

Caterina Corner nacque il 25 novembre 1454 nell'insigne ramo nobiliare di San Cassiano da Marco Corner - pronipote di un doge - e Fiorenza Crispo, di ascendenza imperiale orientale; ebbe due fratelli e cinque sorelle. Dopo l'infanzia trascorsa a Venezia e quattro anni in un monastero presso Padova, il suo destino fu determinato dallo zio Andrea - bandito da Venezia e confinato a Cipro - che avendo stretto amicizia col re dell'isola Giacomo II di Lusignano gli propose di contrarre matrimonio con la nipote, beneficiando di un alleato potente come la Repubblica Serenissima.

I genovesi premevano su Famagosta e i turchi incombevano; la sua sorellastra Carlotta (da lui stesso detronizzata) rivendicava il trono, e la protezione di Venezia faceva al caso suo. Per altri versi, la Repubblica rafforzava le sue basi commerciali, e Andrea Corner poteva tornare nelle grazie della Signoria. Il matrimonio fu combinato per procura nel luglio del 1468: Caterina portò una dote ricchissima - centomila ducati - e divenne regina di Cipro, Gerusalemme e Armenia. Partì per l'isola quattro anni più tardi, dopo un tentennamento del Lusignano che ebbe la tentazione di stringere una alleanza diversa, col Regno di Napoli; ma l'avanzata ottomana e la minaccia veneziana di far tornare sul trono Carlotta lo convinsero facilmente. Raggiunta Cipro nell'autunno del 1472, Caterina si unì a Giacomo II nella cattedrale di San Nicola a Famagosta e fu incoronata a Nicosia.

Pochi mesi più tardi, nel luglio 1473, il re morì improvvisamente, lasciandola sola in attesa di un figlio, Giacomo III, che nacque il 28 agosto. I mesi successivi furono un crescendo di congiure e violenza: le redini del regno furono assunte da un collegio di commissari, formato, con l'eccezione dello zio, da esponenti del partito filo-napoletano; tre figli naturali del Lusignano, ai quali sarebbe spettata la corona in caso di morte di Caterina e del piccolo Giacomo, iniziarono a ordire delle trame per rovesciarla e la Cognata Carlotta intensificò le sue pretese sul trono.

Venezia aumentò la sua presenza militare. Nonostante questo, nella notte tra il 13 e il 14 novembre alcuni congiurati irruppero a palazzo reale trucidando gli uomini più fidati di Caterina, tra cui lo zio Andrea e il nipote di questi Marco Bembo, comandante della flotta. Dopo settimane di scontri, tensioni e vessazioni verso Caterina, gli abitanti di Nicosia si rivoltarono a sostegno della regina, e l'arrivo di Vettor Soranzo con dieci navi, il 31 dicembre, provocò la fuga dei congiurati. Nel 1474 il piccolo Giacomo III morì, lasciandola unica titolare del Regno.

Seguirono diversi anni di relativa tranquillità, fino a una nuova congiura, ordita nel 1488 da nobili catalani. Su pressione della sua famiglia e della Serenissima, Caterina Corner - che inizialmente rifiutò - dovette capitolare e abdicare a favore della Repubblica. Il 18 marzo 1489, vestita di nero, la regina lasciò per sempre l'isola. A Venezia fu accolta in maniera trionfale, e ebbe in dono la signoria di Asolo, sul cui territorio aveva gli stessi poteri del doge. Diede vita a una corte di artisti e letterati: Giorgione, Lorenzo Lotto, Pietro Bembo, che vi ambientò Gli Asolani. Nel 1509 si rifugiò a Venezia, per sfuggire alle truppe tedesche. Morì in città il 10 luglio 1510. Oggi è sepolta nella chiesa di San Salvador.

 

Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 14:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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