Venezia. Case per gli universitari, firmato l'accordo: nuovi edifici su aree compromesse o ex portuali

La Regione metterà a bando 1.450 posti letto con l'obiettivo di arrivare entro il 2026 a 2.500 posti nel territorio comunale veneziano

Giovedì 29 Giugno 2023 di Redazione Web
Un momento della protesta degli studenti per la mancanza di case

VENEZIA - Rendere Venezia una 'città campus': è questo l'obiettivo del protocollo d'intesa siglato stamane, 29 giugno, a Cà Farsetti, sede del municipio lagunare, tra Regione Veneto, Comune, Università Cà Foscari e Iuav, Accademia di belle arti, Conservatorio Benedetto Marcello e la Fondazione «Venezia capitale mondiale della sostenibilità». Il progetto individua le linee di indirizzo per implementare in città un programma di accessibilità alla residenzialità e fiscalità agevolate per docenti, ricercatori e studenti, rafforzare l'offerta formativa, potenziare i servizi agli studenti e ai lavoratori, e rafforzare l'identità delle università e degli istituti di formazione.

«È un accordo politico - ha commentato il sindaco Luigi Brugnaro - su cosa possa essere fra dieci o vent'anni la città. Una scommessa, per immaginare la linea di marcia per i prossimi anni e attirare studenti europei». Allo scopo serviranno nuovi edifici per la residenzialità «che potranno essere costruiti su aree compromesse, a Santa Marta, nelle aree ex portuali e alla Marittima».
«Ho in mente un numero: 30 mila tra studenti e docenti nei prossimi cinque o dieci anni - ha detto Renato Brunetta, presidente della fondazione - che potranno essere residenti a medio lungo termine.

In questo modo sarà possibile attrarre localizzazioni industriali che si potranno avvalere di quei ricercatori e di quegli studenti. E così si innesca il meccanismo virtuoso della crescita che non è altro che la riproduzione di quello che faceva Venezia nel Cinquecento e nel Seicento», ha concluso.

La Regione

La Regione veneto partecipa al progetto mettendo a bando 1.450 posti letto per la residenzialità universitaria con l'obiettivo, con le risorse del Pnrr, di arrivare entro il 2026 a 2.500 posti nel territorio comunale di Venezia. Lo ha annunciato l'assessore regionale all'Istruzione, Elena Donazzan, che ha partecipato alla sottoscrizione del protocollo d'intesa. «La Regione ha scelto di sottoscrivere questo protocollo - spiega Donazzan in una nota - con la precisa volontà di sostenere un progetto che siamo convinti rappresenti un'occasione di stimolo non solo per favorire l'attuazione del diritto allo studio universitario, ma soprattutto di rivitalizzare Venezia. L'impegno che ribadiamo in questa occasione è quello a sostenere i programmi di accessibilità alla residenzialità agevolata in primis, ma non solo, per gli studenti e i giovani. Venezia ha enormi potenzialità e per rivitalizzarla vogliamo investire tutte le energie possibili per fare in modo che i giovani vivano, lavorino e studino in centro storico. Lo abbiamo fatto di recente anche con il progetto 'Venezia Icona' e lo faremo anche sostenendo anche realizzando gli obiettivi di Venezia Città Campus», conclude.

Gli studenti

Ma gli studenti non sono soddisfatti. «Continua a suonare paradossale parlare di un progetto che riguarda noi senza essere stati minimamente coinvolti - commenta Marco Dario, rappresentante in CdA Ca' Foscari di UDU Venezia - quello che è stato firmato oggi è un protocollo fumoso e pieno di retorica: intenti condivisibili, ma il fine non giustifica i mezzi. Stiamo parlando di enti pubblici e di luoghi del sapere che non hanno nulla da spartire con investitori privati, tantomeno adeguare l'offerta formativa alle esigenze di mercato, come annunciato sui giornali pochi mesi fa. E' ridicolo parlare di raddoppio degli studenti se, ad oggi, i servizi messi in campo non bastano nemmeno per coprire i bisogni dell'attuale comunità studentesca».

Ultimo aggiornamento: 14:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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