Carnevale saltato a Cannaregio, commercianti furiosi: «Perse decine di migliaia di euro. I turisti hanno disdetto, per noi un disastro»

Martedì 7 Febbraio 2023 di Marta Gasparon
Carnevale saltato a Cannaregio, commercianti furiosi: «Disdette e soldi persi. Per noi è stato un disastro»

VENEZIA - Nel suo primo weekend di Carnevale, una fondamenta Cannaregio così vuota non la si vedeva ormai dall'ultima festa veneziana sull'acqua - quella del 2020 - che tra l'altro rappresentò uno degli ultimi momenti di libertà prima delle restrizioni imposte dal Covid.

Esercenti, commercianti e albergatori della zona non ci stanno, dicendosi fortemente penalizzati dalla decisione di trasferire gli eventi d'apertura della kermesse cittadina a Rialto e all'Arsenale. Con riferimento al corteo della Pantegana, che raggiungeva il ponte dei Tre Archi, e allo spettacolo sull'acqua, le cui performance coinvolgevano l'intero rio di Cannaregio, attirando migliaia di spettatori.

LA RABBIA

«Siamo arrabbiatissimi afferma Giampaolo Antenori, proprietario dell'hotel Ca' Dogaressa, situato proprio in fondamenta Mi faccio portavoce di un malcontento generale: vogliamo far sapere a Vela e al sindaco Luigi Brugnaro che questa scelta ci ha causato un ingente danno economico, da decine di migliaia di euro. Era una festa bellissima, nata qui, che prendeva vita in una delle zone della città più popolose, legata a quei veneziani che ancora vi risiedono o che portano avanti un'attività. Al di là dei turisti che accorrevano, ricordo che ci si chiamava a vicenda fra amici per prendervi parte».
Due giornate, quelle che si snodavano nel weekend d'avvio dei festeggiamenti, «in cui guadagnavamo cifre che corrispondevano ad un mese di lavoro. Soldi in cui gli esercenti confidavano anche quest'anno, specie in un momento di crisi economica come quello attuale. Basti pensare che nell'arco di 48 ore i bar arrivavano ad incassare anche 8-9mila euro (se non addirittura di più), coprendo le spese dell'affitto per 3 o 4 mesi. Mentre ora c'è chi ha riempito il magazzino di bottiglie d'acqua ed Aperol, o contattato collaboratori che dessero una mano, per niente».
Vedere domenica scorsa la fondamenta completamente svuotata di quella vivacità che il corteo della Pantegana in cartapesta portava con sé, riempiendo le rive, per Antenori è stato un boccone amaro.

DISDETTE

Agli stand eno-gastronomici curati da Aepe, si aggiungeva la proposta dei bar locali, pronti ad accogliere la clientela sui propri plateatici con affaccio sul rio. «Io, nel mio piccolo, ho ricevuto disdette non appena i clienti hanno saputo che l'apertura del Carnevale sarebbe stata organizzata altrove. Una mia suite, che nei primi due giorni di Carnevale poteva arrivare anche a 280 euro, all'avvicinarsi della data l'ho dovuta abbassare a 110, pur di riempirla», continua l'albergatore, lanciando una proposta. «Perché non provare a progettare una festa analoga, cambiandone il nome? Saremmo disposti a darci da fare, anche con un eventuale impegno economico. Basta organizzare qualcosa, per non rimetterci, coinvolgendo chi la zona la conosce bene perché ci lavora o ci abita», aggiunge Antenori, ipotizzando un corteo di barche a remi, accompagnato dalla musica, e l'organizzazione di qualche spettacolo ed esibizione per grandi e piccini.

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