Veneto, capannoni abbandonati in calo: recuperati 1.400 in sei anni

Venerdì 7 Luglio 2023 di Tiziano Graziottin
Veneto, capannoni abbandonati in calo: recuperati 1.400 in sei anni

MESTRE - Sembrava solo uno slogan, sta diventando - certo, a piccoli passi - una realtà: il contenimento del consumo del suolo comincia a prendere concretezza e di pari passo la logica del riutilizzo trova una sua ragion d’essere. Lo evidenzia una ricerca dello studio Smart Land per conto di Confartigianato, che già nel 2016 aveva prodotto un dato diventato punto di riferimento per ogni analisi sul patrimonio edilizio industriale-artigianale in Veneto: quello relativo ai “famosi” 10.600 capannoni inutilizzati in regione. Parliamo di quei “buchi neri” che punteggiano il territorio, espressione di degrado urbanistico ma spesso anche sociale, che vediamo anche in tante aree di pregio (pensiamo al Quartier del Piave nel Trevigiano); l’espressione di una crescita burrascosa che poi ha perso per strada tante attività depositando in ogni angolo del Veneto una miriade di immobili abbandonati (per ogni 10 unità produttive ve ne è una dismessa).
Ebbene, il dato di quella ricerca - ripreso dal 2017 in decine di studi e analisi che partivano dagli “undicimila capannoni abbandonati” - viene oggi aggiornato dalla stessa ricerca calata nel 2022 che consegna un segnale di ottimismo.

Il dossier di Smart Land - realizzato prendendo come campione 19 comuni scelti per la loro capacità di rappresentare nell’insieme tutte le realtà venete (localizzazione, densità e dimensione abitativa, rapporto col sistema infrastrutturale e della specificità produttiva) - fissa oggi in 9.200 i capannoni inutilizzati, con un calo quindi di 1.400 unità che sono state negli anni riqualificate e recuperate. Si tratta di un 13% di edifici industriali e artigianali sottratti al degrado, con una diminuzione del 16% in termini di metri quadrati (che oggi ammontano a 18,15 milioni mq di patrimonio dismesso).


IL VENETO CORRE
«Il picco negativo per quanto riguarda i capannoni abbandonati - osserva il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto - lo abbiamo avuto nella fase post crisi del 2008. Oggi invece siamo tornati la locomotiva d’Italia e questo si traduce anche nel citato significativo recupero di questo patrimonio edilizio. Evidentemente però l’attenzione in questi anni si è diretta verso i capannoni più interessanti in termini di grandi dimensioni, di localizzazione in area produttiva e soprattutto di migliore connessione alla rete stradale».
Affatto estraneo a queste dinamiche il boom della logistica, mentre in prospettiva resta la difficoltà di riutilizzo di capannoni di piccole-medie dimensioni, a ridotta accessibilità e frequentemente collocati all’interno dei centri urbani. «La nostra ricerca - sottolinea il curatore Federico Della Puppa - ha evidenziato che all’interno di quelle 9.200 unità da riconvertire ben 4 su 10 (il 41%, pari al 30% in termini di superfici) resteranno difficili da riutilizzare per la loro scarsa appetibilità, mentre un capannone su 5 di tale patrimonio non ha altra prospettiva che la demolizione». Di qui il dialogo aperto con la Regione (rappresentata ieri dalla dirigente Salvina Sist) e con l’assessore Corazzari sia per mettere sul tavolo questo ingente patrimonio di dati sia per un confronto sulle strategie da adottare per evitare che i capannoni dismessi e a basso o nullo grado di interesse restino bloccati a perenne sfregio del nostro territorio in un Veneto purtroppo già al primo posto per superfici di edifici pro capite (con 147 metri quadrati per abitante).


LE RICADUTE
«La Regione - osserva Boschetto - può dare un contributo decisivo alla riqualificazione dei capannoni abbandonati fissando limiti, vincoli ma anche agevolazioni per interventi che riportino nel circuito produttivo gli edifici dismessi. Il mercato che sarebbe possibile attivare con la riconversione di questo patrimonio sarebbe pari a 7,5 miliardi di euro, con un beneficio economico ma anche di carattere sociale e ambientale». Un input interessante in vista dell’annunciata redazione del Testo unico per l’edilizia in Regione. «Quel che è certo - ha evidenziato Sist - è che il Veneto non tornerà indietro rispetto alla strategia del contenimento di consumo di suolo».
 

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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