Cari carburanti. Vianello (Vega carburanti): «Benzina alle stelle e la gente fa il pieno»

Martedì 15 Marzo 2022 di Melody Fusaro
Una pompa di benzina della Vega
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MESTRE - La benzina sfonda “quota 2,100” e, per assurdo, gli automobilisti fanno scorta. A sorpresa infatti alcune aziende che distribuiscono carburanti registrano un inatteso aumento delle vendite. Lo racconta Elisabetta Vianello, presidente di Vega carburanti spa: «Lo stiamo notando in questo periodo.

Probabilmente è dovuto alla follia dell’utente che ha paura di non trovarne più e corre a fare rifornimento, così come corre ad acquistare pasta e olio in supermercato». C’è più di qualcuno che da questi aumenti sta guadagnando, e non poco. Tant’è che a Roma è stata anche aperta un’inchiesta. Ma, assicura, non sono i distributori e nello specifico non è la sua azienda, che ha sede a Venezia ma vende carburanti da 110 distributori in Veneto, Lombardia Piemonte, Emilia Romagna e su tutta la dorsale adriatica, fino alla Puglia.


LE CAUSE
«All’origine degli aumenti c’è la situazione che stiamo tutti vivendo tutti e che si riflette sui prezzi di tutte le materie prime. Il petrolio e i prodotti finiti hanno registrato un trend di crescita già durante tutto il 2021 a causa della pandemia e dell’incetta di materie prime fatte dalla Cina. Situazione che si intreccia con un altro tema: tutti i governi del mondo continuano a sostenere di voler puntare sull’elettrico. Di conseguenza, i produttori di petrolio temono di avere vita breve e cercano di guadagnare più che possono». 
Entrando nel dettaglio, con un graduale ma costante aumento, sulla base delle quotazioni della borsa mondiale alla quale tutti si allineano, la benzina è passata dagli 1.011 euro del primo gennaio 2021 ai 1.231 del 31 dicembre. Cifra alla quale va ovviamente aggiunta l’Iva. Il gasolio è passato da 0,913 a 1,119. «Poi è scoppiata la guerra che ha cambiato completamente lo scenario, rivoluzionando al rialzo i prezzi”». Lo scorso 8 marzo il gasolio aveva superato la benzina raggiungendo 1,718 al litro. La benzina era comunque schizzata a 1,586. «Quando c’è una guerra - spiega Vianello - è sempre il gasolio a schizzare più in alto. È stata una settimana tragica: in 7 giorni il gasolio in borsa è aumentato di 430 euro al chilolitro. E simile è l’aumento della benzina. Sulla rete si compra a un prezzo di riferimento che può essere quello puntuale o di due giorni prima al massimo. Sugli impianti di carburanti non ci sono grandi scorte: i serbatoi non sono molto capienti e durano al massimo un giorno o due. Gli aumenti si riversano immediatamente sulla pompa».


I PREZZI
Nei distributori a marchio Vega ieri si vendeva a 2.149 la benzina e a 2.179 il gasolio. «C’è molto scontento in giro ma la colpa, ahimè, non è nostra. I nostri margini non sono cambiati, il prezzo da noi è sempre tra i più convenienti ma inevitabilmente si adegua, perché ora acquistiamo spendendo molto di più». 
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani due giorni fa aveva definito gli aumenti una “colossale truffa”. Ieri poi ha in parte corretto il tiro. «Ha usato una parola impropria e forte. Probabilmente non voleva riferirsi al prezzo della benzina in Italia ma a quello del petrolio che, appunto, ha delle dinamiche diverse. Mi aspetto che il ministro si riveda, anche perché il governo da questo aumento sta incassando, solo di iva, il 27% in più. Il guadagno più grosso, in Italia, con questi rincari è quello dello Stato. E poi bisogna tenere conto che partecipa al 30% su una “piccola” società che si chiama Eni. Lo Stato sarebbe quindi azionista di un truffatore?». 


LE PROSPETTIVE
Se l’aumento dei prezzi del carburante, ma anche del gas e dell’energia elettrica ha spinto la Procura di Roma ad aprire un fascicolo di indagine con l’obiettivo di fare chiarezza (in quello che al momento è un procedimento contro ignoti, senza indagati né senza ipotesi di reato) non c’è all’orizzonte un’inversione di tendenza. Chi guida l’auto deve quindi rassegnarsi. «Gli automobilisti ma non solo - chiarisce la presidente di Vega spa - perché purtroppo il costo del carburante ha ricadute su tutte le merci che in Italia vengono movimentate su gomma. Un settore che già sta vivendo una grande crisi e sul quale il governo dovrebbe intervenire. Perché purtroppo i prezzi non torneranno a scendere a breve. Dipenderà soprattutto dalla guerra ma non credo che vedremo presto un’inversione di tendenza». Nel frattempo, chi tenta la strategia di tenere i prezzi leggermente più bassi svuota i serbatoi nel giro di due ore (ieri a Mestre un distributore che ha offerto Diesel e benzina sotto i 2.1 ha chiuso per scorte esaurite). «Noi continuiamo con la nostra politica di sempre - conclude Vianello -, non vogliamo speculare ma non possiamo nemmeno perderci e chi abbassa troppo, a mio parere, non fa il bene della sua azienda. Teniamo conto poi che persiste il fenomeno del contrabbando e dell’evasione dell’Iva, in caso di prezzi troppo bassi bisogna verificare che non si tratti di prodotti che prendono canali non istituzionali ma passano magari per la criminalità».

Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 12:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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