Mestre. Sempre meno autisti di bus disponibili. Così le aziende ora se li rubano

Mercoledì 18 Ottobre 2023 di Tomaso Borzomì
Mestre, non si trovano autisti di bus

VENEZIA - Turni, difficoltà a reperire personale, stipendi bassi e costi decisamente troppo alti per accedere alla professione di autista. Se si considera che solo per avere una patente adeguata, oltre alle certificazioni, ci vogliono sette, otto mesi e circa quattromila euro, ecco che il gioco diventa sempre più difficile e non vale più la candela. Gli autisti non stanno vivendo la stagione più florida della vita, ma questo rischia di avere serie ripercussioni anche sulla vita quotidiana delle persone. Perché se non si trova chi conduce i mezzi pubblici, la faccenda si fa sempre più seria.

L'altra curiosità è che l'eliminazione della leva obbligatoria ha, di fatto, azzerato gli autisti giovani, perché non c'è più chi "converte" la patente. Mauro Stellin, segretario Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori) Veneto, è categorico: «Sono anni che cerchiamo di venirne fuori, ma a livello istituzionale ci sono blocchi evidenti. Conseguire una patente "D" a 18-20 anni anziché 24 sarebbe importante, come anche accorciare l'iter, perché se ci vogliono sette, fino a nove mesi per patente e abilitazione, difficilmente uno si impegna».

COSTI
C'è poi la questione costi: «Servono 4mila euro. Ora il privato si sta accollando questo costo come "benefit", poi però i contratti prevedono 6.40 ore su nastri che possono arrivare anche a 14 ore due volte la settimana per 1250 euro al mese. Sono tutti fattori che contribuiscono a stanchezza e fatica». L'esempio è che se un autista prende servizio alle 8 del mattino, svolge due ore, poi si trova in un capolinea distante da casa è costretto a stare fuori, fare altre due ore al pomeriggio e poi concludere un turno anche alle 20. L'emorragia dal pubblico al privato è forte: «C'è chi può avere un incentivo maggiore dettato dalla contrattazione di secondo livello, con il buono pasto in più, ma sono sciocchezze». E infatti Marino Gottardo, presidente del settore trasporti della Confartigianato metropolitana di Venezia spiega che ormai queste figure professionali sono sempre più ricercate e addirittura c'è chi tenta di "rubarli": «Dal pubblico si va al privato per i compensi, ma dal privato si sceglie il pubblico per "riposarsi", perché i turni sono più attenti alla conciliazione con la vita». Il presidente evidenzia come da anni si cerchi di sollevare il problema, da quando è sparita la leva obbligatoria: «Tanti conducenti avevano patenti da conversione di quella militare. Arrivavano fuori dalla leva e si trovavano a diciannove, vent'anni ad avere un titolo di guida superiore che permetteva di lavorare in un settore. Ora quella generazione di patentati è sparita». Anche in questo caso torna il discorso economico: «Si arriva a spendere 5mila euro per una patente, poi c'è il rinnovo ogni cinque anni, che costa 500 euro e 36 ore di corso da seguire in presenza. A queste condizioni chi è che finisce la laurea e a 24 anni si mette a fare questo percorso per guidare un bus?».


ETÀ
C'è poi il problema anagrafico: «Dai 68 anni non si può più guidare. Ma in tante altre nazioni invece lo si può fare. È chiaro che l'età media si sia allungata, evoluta, non dico che a settant'anni si debbano fare migliaia di chilometri, ma magari lo scuola bus, che ne fa una ventina al giorno, perché no? Ammesso che ci siano i presupposti medici, non vedo il problema». Le ultime considerazioni riguardano i bus della Yutong, che arrivano dalla Cina. Torino ha bloccato la commessa, anche Padova ha scelto la strategia attendista. I rappresentanti degli autisti ci vanno però cauti: «Difficile dire se siano migliori o peggiori, perché sono i primi ad essersi mossi sull'elettrico. Oggi Iveco e Mercedes lo stanno facendo, ma ancora non c'è un termine di paragone», conclude Gottardo.

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