VENEZIA - «Non metto in discussione la bontà del tema della protesta, ma la modalità: è stato superato quel limite invalicabile verso le opere d'arte, mettendo a repentaglio una di quelle essenziali, che fanno parte delle collezioni dei musei nazionali». Non usa giri di parole il direttore delle Gallerie dell'Accademia, Giulio Manieri Elia, il giorno dopo l'azione dimostrativa organizzata dagli attivisti ambientalisti di Ultima Generazione. Domenica scorsa, intorno alle 11.30, due ragazze hanno incollato le proprie mani alla cornice del dipinto cinquecentesco La tempesta del Giorgione, facendo scattare gli allarmi del museo con conseguente intervento tempestivo della sicurezza. Mantenendo le dita sul dipinto hanno poi srotolato uno striscione, cercando di coinvolgere i visitatori in sala con un discorso a braccio. Una mossa volta ad accendere i riflettori sull'emergenza della crisi climatica, chiedendo al governo di intraprendere azioni concrete verso l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, abbandonando i combustibili fossili.
NIENTE DANNI
DENUNCIA
Il timore era che la colla avesse interagito con la pellicola antiriflesso, ma fortunatamente è bastato l'utilizzo di un solvente per rimuovere definitivamente il prodotto. «Domani (oggi, ndr) sporgerò denuncia», prosegue Manieri Elia, precisando come all'ingresso del museo non ci si sia accorti delle effettive intenzioni delle giovani: striscione e colla erano nella borsa. Ragazze che hanno annunciato sui social, a fatti avvenuti, la loro «azione di disobbedienza civile non violenta alle Gallerie dell'Accademia, in quanto l'arte è sempre stata un mezzo per portare certi messaggi», come da loro affermato. «Dopo quanto accaduto agli Uffizi (dove settimane fa gli attivisti hanno messo in campo la stessa modalità, ndr) conclude il direttore temevo sarebbe potuto capitare pure a noi. Così è stato».
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