Finge di avere un problema urologico e manda foto hard alle dottoresse

La Fimmg: «Abuso di servizio medico per molestare chi lavora»

Venerdì 26 Gennaio 2024 di Madeleine Palpella
Finge di avere un problema urologico e manda foto hard alle dottoresse

PADOVA - Nel cuore della notte alcune dottoresse di turno in guardia medica hanno ricevuto la chiamata di un uomo che lamentava un problema alle parti intime richiedendo un consulto medico. Quello che però non si aspettavano era la richiesta di poter mandare le foto intime a un cellulare o un'email personale. Si contano per il momento una decina di casi avvenuti nel giro di tre mesi, ma potrebbero essere di più. Le segnalazioni sono avvenute non solo Padova ma anche in altre Ulss del Veneto e addirittura fuori regione.

«L'uomo, dall'accento toscano, chiamava per avere un consulto a livello genitale e riferiva di essere già in contatto con un urologo - spiega Giorgio Calabrese, coordinatore regionale di Fimmg Formazione -. Ma quest'uomo non si fermava solo alla consulenza perché voleva contattare privatamente le dottoresse per mandare la foto della problematica. Per convincerle insisteva riferendo che lo aveva già fatto in precedenza e in alcuni casi era anche equivoco con i termini, ma senza cadere nel volgare esplicito. Purtroppo alcune colleghe ci sono cascate. Una volta arrivata la foto si capiva che a livello medico non c'era il problema che riferiva e quindi veniva immediatamente bloccato. In molti casi si pensa che quando in turno di notte c'era un dottore uomo lui riattaccasse subito il telefono».

Il presunto paziente in questione si dichiarava residente della città dalla quale chiamava ma che al momento per motivi personali si trovava fuori regione. Questo fatto riporta alla luce il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. «Temiamo che le segnalazioni che abbiamo siano solo la punta dell'iceberg - conclude Calabrese -. Questa vicenda fa rabbia perché è un abuso di un servizio medico utilizzato per molestare chi sta lavorando.

Tante colleghe sono spaventate e non si sentono a loro agio perché si teme che possa degenerare in altri fatti. Stiamo procedendo con le autorità competenti e nella raccolta dei materiali per andare in fondo alla vicenda».

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 12:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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