MUSILE/NOVENTA/TREVISO - Basso Piave sotto choc per l’arresto di un medico di base. Si tratta del dottor Giacomo Posocco: dal 2012 era nel Venenziano, a Musile, con ambulatorio in via Roma, ma visitava anche a Noventa di Piave, in via Guaiane, seguendo circa 1300 pazienti in totale.
A prelevarlo da casa, a Musile, i carabinieri della compagnia di San Donà di Piave, in esecuzione di un ordine di arresto per fatti che risalgono al 2007, quando il professionista esercitava nel Trevigiano. È arrivata infatti la condanna definitiva da parte della Corte d’Appello di Venezia. Il reato contestato al medico è di abusi sessuali. Dovrà scontare 2 anni, un mese e 18 giorni di carcere. Come detto i fatti risalgono a dodici anni fa, quando il medico esercitava a Spresiano e Visnadello, nella Marca Trevigiana. Era il 2007 e i familiari di due giovani donne, pazienti del dottor Posocco, si accorsero di quanto stesse accadendo e decisero così di denunciare tutto ai carabinieri. Si parlava di abusi e violenze ripetute per almeno un mese. A seguito della denuncia, il pubblico ministero Claudio Pinto aprì un fascicolo con la pesante ipotesi di reato di violenza sessuale. Gli investigatori, coordinati dal tenente Nicola Darida, iniziarono a tenere d’occhio il medico. Si parla di numerose intercettazioni ambientali che poi avrebbero permesso di ricostruire il quadro della situazione. L’uomo venne così arrestato in flagranza di reato e portato nel carcere di Santa Bona. Di seguito patteggiò la pena di due anni, risarcendo le vittime con centomila euro.
Qualche mese dopo sarebbero salite a tre le denunce contro Posocco. Dopo le prime due, che costarono la condanna, e dopo il patteggiamento, la nuova denuncia da parte di un’altra vittima, che di fatto aprì una nuova inchiesta sul medico di base. Anche in questo caso pare si trattasse di una donna che avrebbe subito degli abusi sessuali. Dopo l’arresto, l’Ulss 9 sospese Posocco. Poi arrivò l’assunzione all’Ulss 4.
SENTENZA DEFINITIVA
Lunedì è arrivata la sentenza definitiva della Corte d’Appello di Venezia che lo condanna, per l’appunto, a 2 anni, 11 mesi e 18 giorni di reclusione. Come detto i carabinieri di San Donà lo hanno arrestato nella sua abitazione di Musile. Ieri, dunque, i pazienti del medico hanno trovato gli ambulatori chiusi. E’ stata, poi, la dirigenza dell’azienda sanitaria a informare su quelli che sarebbero stati i passi per garantire la copertura medica da parte dei cittadini che erano in cura dal dottor Posocco.
«A seguito della improvvisa indisponibilità a garantire l’attività medica ambulatoriale e domiciliare del dottor Giacomo Posocco, medico di medicina generale con ambulatori a Musile e Noventa di Piave, considerato che ad oggi non è possibile stabilire la durata dell’assenza, al fine di garantire l’assistenza medica agli assistiti, l’Azienda Ulss 4 ha già dato disposizioni affinché gli stessi siano tutti presi in carico da parte dei medici dello stesso ambito territoriale che hanno ancora disponibilità, senza alcuna soluzione di continuità. Gli interessati – chiude la nota dell’azienda sanitaria – possono quindi rivolgersi da subito agli sportelli distrettuali di anagrafe sanitaria per ottenere l’assegnazione di un altro medico».
Fabrizio Cibin
Ultimo aggiornamento: 15:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA A prelevarlo da casa, a Musile, i carabinieri della compagnia di San Donà di Piave, in esecuzione di un ordine di arresto per fatti che risalgono al 2007, quando il professionista esercitava nel Trevigiano. È arrivata infatti la condanna definitiva da parte della Corte d’Appello di Venezia. Il reato contestato al medico è di abusi sessuali. Dovrà scontare 2 anni, un mese e 18 giorni di carcere. Come detto i fatti risalgono a dodici anni fa, quando il medico esercitava a Spresiano e Visnadello, nella Marca Trevigiana. Era il 2007 e i familiari di due giovani donne, pazienti del dottor Posocco, si accorsero di quanto stesse accadendo e decisero così di denunciare tutto ai carabinieri. Si parlava di abusi e violenze ripetute per almeno un mese. A seguito della denuncia, il pubblico ministero Claudio Pinto aprì un fascicolo con la pesante ipotesi di reato di violenza sessuale. Gli investigatori, coordinati dal tenente Nicola Darida, iniziarono a tenere d’occhio il medico. Si parla di numerose intercettazioni ambientali che poi avrebbero permesso di ricostruire il quadro della situazione. L’uomo venne così arrestato in flagranza di reato e portato nel carcere di Santa Bona. Di seguito patteggiò la pena di due anni, risarcendo le vittime con centomila euro.
Qualche mese dopo sarebbero salite a tre le denunce contro Posocco. Dopo le prime due, che costarono la condanna, e dopo il patteggiamento, la nuova denuncia da parte di un’altra vittima, che di fatto aprì una nuova inchiesta sul medico di base. Anche in questo caso pare si trattasse di una donna che avrebbe subito degli abusi sessuali. Dopo l’arresto, l’Ulss 9 sospese Posocco. Poi arrivò l’assunzione all’Ulss 4.
SENTENZA DEFINITIVA
Lunedì è arrivata la sentenza definitiva della Corte d’Appello di Venezia che lo condanna, per l’appunto, a 2 anni, 11 mesi e 18 giorni di reclusione. Come detto i carabinieri di San Donà lo hanno arrestato nella sua abitazione di Musile. Ieri, dunque, i pazienti del medico hanno trovato gli ambulatori chiusi. E’ stata, poi, la dirigenza dell’azienda sanitaria a informare su quelli che sarebbero stati i passi per garantire la copertura medica da parte dei cittadini che erano in cura dal dottor Posocco.
«A seguito della improvvisa indisponibilità a garantire l’attività medica ambulatoriale e domiciliare del dottor Giacomo Posocco, medico di medicina generale con ambulatori a Musile e Noventa di Piave, considerato che ad oggi non è possibile stabilire la durata dell’assenza, al fine di garantire l’assistenza medica agli assistiti, l’Azienda Ulss 4 ha già dato disposizioni affinché gli stessi siano tutti presi in carico da parte dei medici dello stesso ambito territoriale che hanno ancora disponibilità, senza alcuna soluzione di continuità. Gli interessati – chiude la nota dell’azienda sanitaria – possono quindi rivolgersi da subito agli sportelli distrettuali di anagrafe sanitaria per ottenere l’assegnazione di un altro medico».
Fabrizio Cibin
