«Animali tenuti male». Dopo le accuse il parroco rimuove la piccola fattoria

Giovedì 15 Giugno 2023 di Nicola De Rossi
Gli animali tenuti dal parroco in un capanno

MAERNE (VENEZIA) - Animalisti contro il parroco, che sbaracca la sua “fattoria”: accorato appello per una marea di coniglietti da adottare. A denunciare il singolare caso una donna che risiede in via Ca’ Bembo a Maerne, amante degli animali e volontaria Oipa, l’Organizzazione Internazionale per la loro Protezione, che passando per la piazza del paese è rimasta scandalizzata dalle condizioni in cui sarebbero stati tenuti, per l’appunto, svariati animali da cortile nell’area verde dietro la canonica e la chiesa dal parroco “contadino” don Siro Zorzi che, com’è noto, ha la passione per i campi: le sue famose “caprette”, galline e soprattutto cinque coniglietti ariete nani, “detenuti per almeno un mese e mezzo in una gabbie angusta e in un contesto di generale sporcizia, con l’acqua putrida e scarso cibo.

«Qui si configura in pieno il maltrattamento di animali» ha accusato l’animalista, che ne ha chiesto conto allo stesso sacerdote e ha pure segnalato la situazione al servizio veterinario dell’Asl.

Il parroco, da parte sua, smentisce questo quadro “di degrado” ma, dopo la visita dei veterinari, evidentemente in seguito alla segnalazione, per evitare qualsiasi problema ha deciso di rimuovere il capanno in legno dove teneva gli animali: ha già dato via le caprette e sta smontando anche il pollaio. E i coniglietti nani? Don Siro ha spiegato all’animalista che glieli aveva lasciati pochi giorni prima una famiglia che non poteva più occuparsene, invitandola a portarseli pure a casa, cosa che la donna con il suo compagno ha fatto, «non potevo lasciarli in quello stato» spiega: ora le bestiole si trovano nel suo cortile. Il fatto è che da cinque sono diventati nove, una coniglietta ha partorito, e a breve aumenteranno ancora perché un’altra femmina è incinta. «Abbiamo già speso trecento euro per il recinto, anche perché la nostra zona è battuta da volpi e faine, cento euro per il cibo “sano”, dovremo sostenere altre spese per sterilizzare il maschio. Chi ci rimborsa? La Chiesa? Non possiamo farci carico a lungo di tutti questi animali che si moltiplicano» conclude la donna, che ora si trova una bella “patata” e quindi lancia un appello ai cittadini: «cerchiamo disperatamente persone che vogliano adottarli. Ma che ovviamente dovranno essere idonei».

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci