Maria Boscola, la dama che nel Settecento vinse tutto con il remo

Lunedì 20 Aprile 2020 di Alberto Toso fei
Maria Boscola (XVIII secolo, nascita e morte sconosciute), campionessa del remo, ILLUSTRAZIONE di Matteo Bergamelli
L'unico suo ritratto, un dipinto a olio che la ritrae con un sorriso appena abbozzato e i capelli neri raccolti sotto un grande cappello di paglia – mentre regge le sue bandiere rosse con scritto “primo” conquistate al remo – è conservato al Museo Correr assieme a quello di tanti colleghi maschi. Perché se è vero che le regate femminili sono tornate a segnare il calendario remiero veneziano solo da poco più di quarant'anni, è pur altrettanto vero che quella delle regate veneziane fra donne rappresenta una delle più antiche pratiche sportive femminili al mondo e Maria Boscola da Marina, che di quel dipinto fu modella, fu regina indiscussa delle competizioni settecentesche, vincendo giovanissima la sua prima regata nel 1740 e segnando la sua ultima partecipazione ben quarantaquattro anni dopo, nel 1784, in quella che fu l'ultima regata a cui parteciparono le donne prima della caduta della Repubblica.

La prima gara femminile accertata si svolse nel 1493 in occasione della visita di Leonora, moglie del duca Ercole I di Ferrara: “Alcune giovani donne dei litorali – annotò allora lo storico e letterato Marco Antonio Sabellico – in numero di cinquanta, in vesti di lino succinte, gareggiarono nel Corso Navale”. Da allora le competizioni femminili furono molto seguite e apprezzate dai veneziani. Le campionesse del remo ebbero la stessa ammirazione e prestigio dei colleghi uomini e pare che anche il premio in denaro per la vittoria fosse il medesimo. E se noi non conosciamo la data di nascita e di morte di Maria Boscola da Marina – se non che, come suggerisce la provenienza, arrivava da Chioggia – per paradosso conosciamo con esattezza il giorno della sua prima vittoria, il 4 giugno del 1740, e quelli delle sue ultime affermazioni, l’8 maggio del 1784 (in una regata indetta in onore di re Gustavo III di Svezia) e il 25 maggio dello stesso anno (davanti all’arciduca d’Austria e a Beatrice d’Este).

In mezzo a questo lunghissimo lasso di tempo – e ad altre regate evidentemente meno degne di entrare negli annali – figura anche il 4 giugno del 1764, celebrazione indetta ancora in onore di un regnante, Federico Cristiano di Polonia, mentre, a un'altra regata in onore del duca di York, oltre a Maria Boscola figurano vincitrici di premi anche “Anzola Scarpa detta Tiozza, Checca e Maddalena Boscole sorelle de Marina, Eufemia Tessa Panela e Lucia Borotta Stivela dall’Anzola, Anzola e Maria Meneguole”, tutte fieramente originarie di Marina di Chioggia e di Pellestrina. Tre anni più tardi Maria Boscola – in coppia con Anzola Tiozza – conquista “soltanto” il secondo posto, quell'unica bandiera blu che figura tra le rosse sul quadro del Correr; davanti a loro, in una regata indetta per il diletto del duca di Wurtemberg, ci furono nuovamente Lucia Borotta Stivela assieme a un'altra “marinante”, Maria Ballarina. Le donne “dei litorali” citate da Sabellico dunque continuarono a macinare successi anche nei secoli successivi. E Maria Boscola fu indiscutibilmente la prima vera campionessa “mediatica”, al punto da meritarsi – a pieno titolo – un ritratto ufficiale con tanto di date delle competizioni annotate a fianco. Una vera regina del remo.

D'altronde, se non fosse stato per le regate, noi oggi di Maria Boscola – al di là che fu una donna di umili origine ortolane originaria di Marina di Chioggia – sapremmo ancora meno; e se poté emergere grazie alla voga, va anche detto che questa fu una pratica comune fra le donne, e specialmente fra le donne del popolo, lungo tutta la storia di Venezia; una condizione necessaria per vivere e abitare la laguna, tra gestione del lavoro e dei figli unite alla necessità di spostarsi, in particolar modo nelle società a prevalente cultura marinara e mercantile, che presupponeva la lontananza dei mariti per lunghi periodi. Tutto ciò incluse le abilità come vogatrici: “Levate all’alba esse approntano tutto in casa, allestiscono il pranzo, la barca, portano i bimbi e sollevano le ancore – scrisse Luigi Coderno nel descrivere proprio le donne di Marina di Chioggia –; insomma fanno tutto, anco le regate. L’uomo le sta a guardare”. Maria rimane il simbolo del riscatto femminile dalle costrizioni del tempo e della società.
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