Prodotti a chilometro zero a Venezia, prezzi alle stelle e i supermercati importano dall'estero

Venerdì 28 Luglio 2023 di Raffaella Vittadello
VENEZIA I prodotti locali fanno i conti con i terribili effetti meteo in corso da settimane

VENEZIA - Frutta e verdura a chilometro zero, i costi di produzione sono triplicati, secondo le aziende agricole locali e i prezzi al consumo patiscono una concorrenza sfrenata, soprattutto dall’estero. Tanto che alcune grandi catene di distribuzione rinunciano a tenere a scaffale prodotti del territorio, e preferiscono far arrivare la merce da migliaia di chilometri di distanza pur di mantenere un prezzo più basso per la clientela finale. 


IL PREZZO GIUSTO
«Il prezzo non può scendere sotto una certa soglia, se si pagano regolarmente gli stipendi dei lavoratori che raccolgono e preparano il prodotto, lo confezionano e lo trasportano, e tutte le tasse che la produzione comporta, oltre ai costi dell’energia che sono schizzati alle stelle - rileva Michele Borgo, presidente Coldiretti di Cavallino Treporti, che è anche un produttore di carciofi - Resta il fatto che per parlare di prezzi, i prodotti devono essere confrontabili, e spesso le zone di coltivazione sono così diverse, pur rimanendo in Italia, tanto che il gusto è completamente diverso. Non possiamo paragonare i pomodori olandesi o spagnoli, quelli con la buccia che sembra di plastica, con i cuore di bue o il “nasone” o il verace. Partiamo dal fatto che il numero di produttori è sempre minore, nella nostra zona, e che una pianta la devi curare tutto l’anno, perchè magari ti dia un mese di produzione. Come fai a stare sotto una certa cifra? È impossibile. Come facciano certe aziende a remunerare il lavoro e il trasporto e a tenere i prezzi così bassi è davvero poco chiaro.

Noi possiamo parlare per quello che conosciamo». Borgo fa l’esempio degli asparagi, tipica produzione locale di Cavallino. «Quelli del Cile costano anche la metà. E i nostri sono fatti per essere smerciati, non possono stare molto in negozio». 


IL CHIILOMETRO ZERO 
Facendo un giro in un supermercato in terraferma, lasciando perdere Venezia centro storico e le isole dove i prezzi hanno una dinamica ben diversa, notiamo che si possono trovare pomodori datterini della Sicilia a 2 euro al chilo, e pomodori di Cavallino a 6,60 al chilo, zucchine in offerta speciale a due euro e zucchine del Cavallino a 2,59. «Chi ha detto che la verdura a chilometro zero deve necessariamente costare meno? - dice Stefano Valleri, un produttore - a chilometro zero, poi, vuol dire fisicamente in azienda, dove è il cliente che va dal produttore e non il contrario, e si risparmia sul trasporto e sull’imballaggio, che in certi prodotti vale più di un euro al chilo. Le offerte speciali della grande distribuzione, poi, sono un caso a parte: vengono concordate almeno con un paio di settimane di anticipo, i produttori stabiliscono il quantitativo da offrire e il prezzo, e il supermercato poi fissa il prezzo al pubblico. Quel che accade fra il momento dell’accordo, quando il prodotto è ancora sulla pianta e la vendita effettiva, cioè dopo la raccolta, è una specie di scommessa: trattandosi di un prodotto fresco possono incidere molti fattori, a partire dal meteo. Oggi stiamo scontando il caldo torrido di due settimane fa, e conferiamo il prodotto in offerta, magari quando è stato stabilito il prezzo, anche all’ingrosso, le zucchine valevano molto meno. La zucchina, come costo di produzione, non può andare sotto l’euro. Se continua a essere conferita la colpa è anche di noi produttori, che inflazioniamo il prodotto. Andrebbe fatto un lavoro di squadra. E teniamo conto che la grande distribuzione ormai la fa da padrona al mercato all’ingrosso, perchè sono spariti i negozianti al dettaglio. Tutto è legato alla domanda e all’offerta, anche ai coltivatori spesso conviene stipulare contratti con la grande distribuzione, che dà certezza nei pagamenti e nelle quantità da conferire. Ognuno fa il suo gioco».
 

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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