In Friuli i due "varchi" per l'arrivo dei profughi: «Non serve il super pass»

Venerdì 4 Marzo 2022 di Davide Lisetto
Profughi ucraini
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PORDENONE - La Regione Friuli Venezia Giulia si prepara a gestire quella che già dai prossimi giorni potrebbe trasformarsi in una nuova emergenza profughi. I numeri di rifugiati in fuga dall'Ucraina sotto le bombe sembrano infatti destinati ad aumentare. È dunque necessario mettere in atto le misure di controllo - sia amministrativo che di tipo sanitario - a ridosso di quella che è un po' la porta d'ingresso dell'Italia dall'Est europeo, cioè il confine del Friuli Venezia Giulia.

L'ipotesi alla quale il governatore Massimiliano Fedriga sta lavorando - un primo vertice della Conferenza delle Regioni previsto per ieri pomeriggio è saltato ed è stato spostato alle 12 di oggi - anche con il Dipartimento della Protezione civile nazionale rispetto al controllo degli ingressi dei cittadini ucraini nel nostro Paese prevede che vi siano due zone filtro al confine. I due punti-filtro verrebbero realizzati a Fernetti (sul confine di Trieste con la Slovenia) e a Tarvisio rispetto al confine austriaco. Dove già ieri volontari della Protezione civile distribuivano generi di prima necessità.


LE VERIFICHE

Si tratterebbe di punti di controllo in cui i profughi (sono quasi esclusivamente donne, bambini e anziani diretti in tutta Italia) esibiranno i documenti di cui sono in possesso. Inoltre potrebbe essere previsto il controllo sanitario attraverso l'effettuazione dei tamponi con le procedure conseguenti previste rispetto a eventuali positività e quarantene. Rispetto a questo non manca una certa preoccupazione nelle autorità sanitarie visto che l'Ucraina è uno tra i Paesi con i tassi di vaccinazione effettuata più bassi: soltanto il 30 per cento dei cittadini ha completato il ciclo vaccinale. Un dato che evidentemente desta più di qualche preoccupazione rispetto a una possibile risalita dei contagi nel caso in cui i flussi di profughi in arrivo dovessero assumere proporzioni molto più ampie rispetto a quelle che si sono registrate in questi primi giorni di arrivi.
Alcuni numeri relativi alla giornata di mercoledì offrono uno spaccato del fenomeno attuale: su circa duemila transiti di profughi registrati al confine del Friuli Venezia Giulia (quasi tutti muniti dei documenti) soltanto una trentina si sono fermati in regione per trovare ospitalità per lo più in famiglie di parenti o amici. Tutti gli altri erano diretti in altre regioni d'Italia. Questa è dunque l'ipotesi sulla quale oggi le Regioni discuteranno e che poi dovranno condividere con il governo.


I VACCINI

Inoltre, vi è anche l'ipotesi di realizzare in regione - il luogo preciso non sarebbe ancora stato individuato - un hub vaccinale riservato ai profughi. Questo però sarebbe slegato dal confine e sarebbe riservato ai cittadini ucraini che si fermano in Friuli Venezia Giulia. Non è infatti escluso - e anche di questo probabilmente oggi discuterà la Conferenza presieduta da Fedriga - che ogni Regione dovrà allestire uno o più hub vaccinali a servizio dei profughi ospitati.
La Protezione civile del Fvg - ieri il vicepresidente Riccardo Riccardi ha discusso i dettagli dell'operazione con il Dipartimento centrale di Roma - gestirà anche uno dei tre centri nazionali di smistamento dei farmaci a Palmanova. La sanità e la Protezione civile regionale sono già al lavoro per organizzare il centro di smistamento, attivo da oggi, e consentire nei giorni successivi il trasporto ai confini con l'Ucraina. Il centro nazionale per la raccolta di medicinali e ausili farmaceutici servirà il Nord Italia.
Sempre nell'ambito della Protezione civile regionale si sta organizzando la partenza delle colonne dei volontari (per i quali è già cominciato il censimento delle disponibilità in tutti i gruppi comunali) per l'allestimento del campo da circa 250 posti letto al confine tra Ucraina e Polonia. Appena la macchina organizzativa sarà pronta la colonna di uomini e mezzi partirà alla volta della Polonia.
Intanto ieri rispetto ai controlli sanitari sui profughi il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha precisato che per i rifugiati non sarà previsto alcun obbligo di super Green pass. «Lo status di rifugiato consente l'accesso alla nostra sanità. A ore uscirà la circolare del ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione. Per i profughi non è previsto l'obbligo del super Green pass. È chiaro - ha aggiunto - che noi offriremo la vaccinazione ma quello che serve alle persone che giungono da noi ora è un abbraccio». Per prendere treni o bus «si procederà a un controllo mediante tampone dei rifugiati».

Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 12:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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