Norina aspetta il vaccino da febbraio, appello del figlio: «Ha 93 anni, fatele riabbracciare il nipote»

Venerdì 4 Giugno 2021 di Camilla De Mori
La signora Norina
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UDINE - «Mio figlio a dicembre ha perso il nonno, morto per covid in Rsa a Cividale. E da fine 2020 non può vedere la nonna, mia mamma, 93 anni, perché, nonostante abbiamo fatto per lei la prenotazione a febbraio, ancora non è stata vaccinata a domicilio anche se è allettata». È un appello forte quello lanciato da Piero Paoluzzi, che gestisce un’edicola e tabacchi assieme al fratello in via Colugna.

Quel siero anticovid è l’unico modo per permettere al figlio, che va alle medie, di poter entrare in casa della nonna senza la paura di portarle il virus. 


I NUMERI
In questi ultimi mesi molto è stato fatto, grazie al lavoro dei medici del distretto e dei dottori di famiglia. Come ricorda il direttore di AsuFc Denis Caporale, «sono state somministrate a domicilio 4.952 prime dosi. E siamo arrivati a 3.710 immunizzati con doppia dose. Mancano ancora circa 400 persone che devono ricevere entrambe le iniezioni». Ma è un fatto che, mentre si aprono le prenotazioni per i vaccini degli adolescenti, ci sono ancora ultranovantenni non immunizzato. È il caso di Norina Costantini, che fino a due anni fa viveva a Reana e «adesso abita con mio fratello sopra il negozio di via Colugna». Paoluzzi spiega che «abbiamo contattato il suo medico di base di Reana, ma ci ha spiegato che per lei era un problema». La prenotazione, spiega l’edicolante, era stata fatta «a febbraio, appena è stato possibile». Da allora, dice, «siamo rimasti in attesa. Sui giornali si leggeva che c’erano delle difficoltà. Solo una ventina di giorni fa - racconta il figlio - ci ha chiamato una persona dal Distretto per sapere se la mamma è allettata e intrasportabile. Poi, non abbiamo saputo più nulla».

La signora Norina, spiega il figlio, «va sollevata per essere messa in sedia a rotelle, per essere portata in bagno e a letto. Io vedo di lei durante il giorno, mio fratello giorno e notte. Ha anche una badante». Per fortuna, spiega, «adesso io sono vaccinato e mio fratello ha fatto la prima dose. Perché la nostra edicola e tabacchino è rimasta sempre aperta e il negozio è un po’ un porto di mare. C’era sempre la paura di portarle il virus in casa. Suo fratello che ha 80 anni ha avuto il covid. Anche mia moglie, che lavora in banca, si è contagiata ad aprile e per due settimane anche mio figlio ed io siamo rimasti in quarantena. Per fortuna la mamma non si è infettata». Ma ora, «dopo quattro mesi che aspettiamo, vorremmo che la vaccinassero. Ci fa un po’ rabbia che sembrava facessero garetta a fare numeri sui vaccini nei maxi centri, mentre i fragili come mia mamma ancora aspettano».


LA FAMIGLIA
Il vaccino invece è arrivato a domicilio, seppur dopo 4 mesi, a una coppia di over 90 udinesi e alla sorella di lei, anche lei 94enne. Come spiega la consigliera comunale Elenora Meloni che si è interessata alla vicenda, «marito, moglie e la sorella di lei, di 92, 93 e 94 anni, avevano prenotato fra fine febbraio e inizio marzo per andare in un centro vaccinale. Poi, però, viste le lunghe code che c’erano allora e i problemi di deambulazione che hanno, hanno chiamato il Cup a metà marzo chiedendo la somministrazione a domicilio. Ma non è successo niente. Quindi ho mandato una prima mail all’AsuFc senza ottenere risposta. Alla seconda mail, a Pasqua, mi hanno risposto che avrebbero provveduto la settimana successiva. Non è successo. Ho riscritto a metà maggio e subito Caporale mi ha risposto che avrebbero provveduto. La scorsa settimana gli hanno fatto il vaccino. Capisco bene la situazione e le difficoltà, ma sono sempre degli over 90 vaccinati a fine maggio quando stanno per partire le immunizzazioni dei 16enni»


OVER 80
Caporale tiene a precisare che alla scorsa settimana «erano già vaccinati con almeno una dose l’83,4% degli over 80 e si erano prenotati per la prima vaccinazione lo 0,7% per un totale di almeno l’85%. 
 

Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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