UDINE - Cordoglio e parole di apprezzamento della sua azione istituzionale sono giunti ieri dalla politica di maggioranza e minoranza del Friuli Venezia Giulia alla notizia della morte di Tiziano Venier, esponente di spicco della Democrazia Cristiana friulana, che fu, tra l'altro, assessore e poi presidente della Provincia di Udine per quasi un decennio, dal 1985 al 1994.
IL RICORDO
Un impegno, ha proseguito Fedriga, che «lo portò a guidare con passione e lungimiranza la Provincia di Udine per quasi un decennio. Negli anni successivi, mostrando di saper guardare sempre avanti ha proseguito il presidente -, si impegnò accanto a istituzioni e categorie economiche, pe sviluppare proficue relazioni di collaborazione tra il Friuli Venezia Giulia e i Paesi dell'area Balcanica. Una figura che ha concluso rappresenta un esempio anche per i nostri tempi». Incentrato sul lavoro di Venier per la lingua friulana è stato l'intervento del consigliere regionale del Patto per l'Autonomia, Massimo Moretuzzo. «Fu l'amministrazione provinciale guidata da Venier a incaricare nel 1986 il professor Xavier Lamuela di elaborare un testo completo per la grafia della lingua friulana, sulla base delle indicazioni di una Commissione di esperti ha sottolineato Moretuzzo -. Una decisione risultata fondamentale per il riconoscimento della lingua friulana». L'impegno di Venier per il Friuli Venezia Giulia, ha aggiunto il consigliere, è proseguito «nella veste di direttore del Centro regionale servizi piccole e media impresa», un periodo in cui si dedicò «ad avviare collaborazioni con i Paesi Balcanici».
INNAMORATO DEL FRIULI
È stato «un amministratore innamorato del Friuli e impegnato a 360 gradi per lo sviluppo del territorio», nel pensiero del presidente del Consiglio regionale, il leghista Mauro Bordin, che ha espresso «le condoglianze dell'intero Consiglio regionale». Anche egli ne ha sottolineato il ruolo di amministratore dell'ente provinciale e, quindi, l'attività che ha svolto in ambito economico, per favorire le relazioni tra la regione e l'area balcanica, in anni in cui i rapporti non erano scontati.
Sabato alle 15, a Gradisca di Sedegliano l'ultimo saluto.