TARVISIO - Laggiù, oltre le vetrate e le tendine, agenti italiani, austriaci e sloveni animano su plance informatiche contigue centinaia di controlli quotidiani sui delinquenti di mezza Europa. È l’ormai celebre "commissariato" internazionale di Thörl-Maglern, una dozzina di metri oltre la linea confinaria con il Friuli, oggi probabile avamposto prezioso anche nella lotta al terrorismo globale. Oltre quei vetri, dove fanno capolino anche funzionari tedeschi, 20-30 stranieri per giorno - e soprattutto per notte - rimbalzano al di qua della vecchia frontiera. Sono candidati all’asilo respinti dalla vecchia Mitteleuropa: Berlino, Vienna, Budapest, Bratislava, Praga. Sono migranti economici che varcano questo confine tentando in Italia l’ultima carta: sono ormai oltre 2.300 soltanto dal primo gennaio scorso, arrivano al 90 per cento via treno e qualcosa sull’autostrada di Alpe Adria o sulla Pontebbana. Quasi tutti si fanno identificare di buon grado, per forza.
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A Tarvisio le "fughe" di migranti verso l’Austria sono poche decine di fronte a qualche migliaio di stranieri che si muovono in senso inverso. Se per davvero Vienna tirasse un recinto, in automatico spunterebbero come funghi passatori cortesi avvezzi alle mulattiere, ai sentieri delle malghe, agli stavoli. Queste montagne selvagge e splendide sono solcate da decine di passaggi come le rughe di un vecchio abbronzato a furia di sfalciare i pascoli. In ogni caso quei pochi che sarebbe possibile fermare resterebbero in mano alla Polizia federale austriaca, a quella italiana toccherebbero le briciole di un flusso unidirezionale...
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