Truffa del Superbonus: lavori mai fatti e più di 500 i clienti ingannati. Sequestrati 1.6 milioni di euro e quattro indagati

Sabato 12 Agosto 2023
Crediti Superbonus per lavori mai fatti. Denunciati per truffa imprenditore, commercialista e ingengere. Sequestrati 1,6 mln di euro

UDINE - Lavori edili mai realizzati o attuati solo in parte, che hanno generato reati di truffa ai danni dello Stato, falso in atto pubblico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Udine hanno individuato due responsabili di una società friulana, operante nel settore delle costruzioni edili, che hanno agito per ottenere indebitamente i crediti fiscali del Superbonus 110%, avvalendosi del concorso di un commercialista, per l’apposizione dei visti di conformità, e di un ingegnere per l’asseverazione dei lavori. Su ordine della Procura di Udine, che ha coordinato le attività investigative, sono stati confiscati 1,6 milioni di euro, rirenuti provento delle operazioni illecite.

Il sequestro

La condotta contestata dai finanzieri ha consentito di maturare crediti di imposta mediante l'acquisizione dal privato, di cui una parte rilevante già ceduta a terzi e monetizzata. In dettaglio, la misura cautelare ha riguardato il sequestro preventivo di una somma in denaro per circa 600 mila euro (quale profitto del reato) presente sui conti correnti bancari nella disponibilità della società e degli indagati. Inoltre, sono state sottoposte a sequestro quote di crediti d’imposta inesistenti ma ancora giacenti nei cassetti fiscali della stessa società attraverso cui è stata consumata la frode e di 5 cessionari, che avevano acquistato i crediti in buona fede, per oltre 1 milione di euro (quale sequestro impeditivo).

Truffati più 500 clienti

Nel corso dell’operazione condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Udine denominata “Ghost works”, è inoltre emerso che i rappresentanti della società di costruzioni avrebbero truffato oltre 500 clienti committenti, molti dei quali si sono rivolti alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica di Udine per chiedere di procedere penalmente. I responsabili della società avevano stipulato proposte di adesione e contratti di appalto ottenendo caparre per circa 5 milioni di euro, a fronte di lavori mai iniziati o realizzati solo in minima parte. Le irregolarità e gli illeciti commessi hanno condotto la società friulana verso lo stato di insolvenza. Per questo motivo, il Tribunale di Udine, sulla base dei risultati delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle di Udine, ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale dell’impresa investigata, constatandone il fallimento.

Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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