VERONA - Dieci persone sono state arrestate nell'ambito di un'indagine della procura di Verona su una truffa di 17 milioni di euro per i contributi al superbonus e il conseguente riciclaggio di denaro sul lago di Garda. L'operazione è stata portata a termine dai finanzieri di Verona e Agrigento e dai carabinieri di Verona che hanno eseguito i provvedimenti restrittivi tra il Veneto, Lazio, Piemonte e Sicilia. Tre persone sono state portate in carcere mentre altre sette sono agli arresti domiciliari. L'associazione per delinquere, che operava su gran parte del territorio nazionale, aveva base nel comune di Peschiera del Garda (Verona) e nell'area bresciana del Lago di Garda, era composta da persone di origine siciliana, calabrese, campana e da cittadini albanesi, avvalendosi del commercialista Giorgio Scarso di Ponte di Piave (Treviso).
Il sequestro
Il gip scaligero, su richiesta dell'autorità giudiziaria inquirente, ha inoltre disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per un valore di oltre 5 milioni di euro. Sono pertanto scattati i sigilli anche su conti correnti, auto, immobili nonché su società e attività commerciali e turistiche tra cui hotel, pasticcerie e ristoranti in diverse località del Lago di Garda. L'accusa nei confronti degli indagati è quella di aver fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe per l'illecita percezione di contributi statali per i «bonus facciate», utilizzando crediti fiscali fittizi che poi, una volta monetizzati, venivano riciclati nell'acquisizione di attività economiche sul Lago di Garda.
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