Super bonus e case popolari, a rischio 34 milioni: tremano i cantieri senza contratti

Domenica 19 Febbraio 2023
Un cantiere edile

PORDENONE - Non ci sono solamente i proprietari privati di case e condomini. La questione non tocca unicamente le aziende dell'edilizia. C'è un altro comparto che potrebbe patire le conseguenze dello stop alla cessione del credito legato al Superbonus. Ed è quello delle aziende per l'edilizia convenzionata. Quindi l'Ater, che aveva fatto leva proprio sul Superbonus per avviare - in regione - un vasto programma di ammodernamento dei palazzi che ospitano gli alloggi popolari. Edifici spesso vecchi, con classi energetiche basse, che grazie alle agevolazioni si potevano rendere più confortevoli, sostenibili ed economici in tempi di bollette folli. Ora che succede? Ci sarà una sorta di "salvacondotto" per le opere dell'edilizia pubblica oppure varranno a cascata le stesse regole che mettono un freno alla cessione del credito per i privati?
Innanzitutto c'è da fare una distinzione primaria, ed è quella tra i lavori che sono già iniziati o che hanno dalla loro la forza di un contratto firmato e quelli che invece devono ancora veder avviato l'iter organizzativo.

I primi saranno salvi, i secondi molto meno.

IL QUADRO
A fare il punto della situazione è il direttore dell'Ater di Pordenone, Lorenzo Puzzi. È lui ad introdurre a scopo cautelativo la distinzione tra i cantieri già in corso, i lavori contrattualizzati e i progetti che invece sono ancora al palo e che soprattutto rischiano seriamente di restarci dopo la decisione del governo. «La normativa non è ancora chiarissima premetta Lorenzo Puzzi dell'Ater pordenonese -. ma sembra proprio che i cantieri già passati attraverso il sì delle assemblee condominiali, così come quelli che invece hanno dalla loro la forza di un contratto non avranno grandi contraccolpi. Per quelli invece che non sono contrattualizzati c'è più timore. Aspettiamo di leggere riga per riga il decreto, anche se abbiamo notizia di una proposta di legge legata proprio al mondo delle Ater, che prevederebbe una proroga del bonus fino al 2024».
Nel dettaglio, nel solo ambito territoriale della provincia di Pordenone, i lavori contrattualizzati in capo all'Ater ammontano a 73 milioni di euro, mentre quelli che un contratto ancora non ce l'hanno si stima possano arrivare a toccare i 34 milioni di euro. Sono questi ultimi a rischiare di più alla luce dello stop alla cessione del credito in fattura.
Proprio in questi giorni, a Pordenone, si sta montando l'impalcatura che avvolgerà le famose case rosse di via Pirandello. Siamo nel quartiere di Villanova, uno dei primi grandi complessi popolari del capoluogo della Destra Tagliamento. Quasi un luogo simbolo dell'edilizia convenzionata. Il cantiere è proprio "figlio" del Superbonus 110 per cento. La stessa operazione riguarda ad esempio il complesso residenziale popolare di largo Cervignano, dove i lavori del 110 per cento si affiancano a quelli programmati dal Comune di Pordenone per rendere migliore una zona difficile. In totale il progetto di efficientamento riguarda 33 immobili con 548 alloggi nel territorio del Friuli occidentale. Lavori per circa 38 milioni di euro, ovvero un intervento migliorativo dal costo medio di 69 mila euro per alloggio. Lavori in parte già avviati che ora si spera non debbano risentire della recente crisi legata al mercato dei crediti in fattura che si è bloccato. Il sistema del Superbonus si basava sull'acquisto dei crediti in fattura. In poche parole, il proprietario di una casa o di un condominio sfrutta la norma vantaggiosa e si affida a una ditta di costruzioni che anticipa lei il costo dell'intervento. La ditta stessa, poi, compie il secondo passaggio in due modi: si rivale sullo Stato con uno sconto fiscale che spesso viene spalmato su diversi anni oppure più comunemente vende letteralmente il credito maturato anticipando il costo dei lavori al Fisco oppure agli istituti di credito. Quindi alle banche.
 

Ultimo aggiornamento: 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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