Pronto soccorso fuori controllo, la denuncia dei sindacati: «I medici si licenziano e rientrano da esterni per il maxi stipendio»

Venerdì 16 Settembre 2022 di Camilla De Mori
Medici in Pronto Soccorso

UDINE - Medici che si licenziano spesso proprio dai Pronto soccorso, per poi rientrare «dalla porta secondaria», nei reparti di emergenza in crisi per l'emorragia di professionisti, ma con contratti in libera professione con cui guadagnano «fino a 5 volte tanto».

Il fenomeno fa gridare allo scandalo i rappresentanti dei camici bianchi.

A innescare il dibattito la scelta di AsuFc che, per colmare i buchi nei pronto soccorso, sta raccogliendo le candidature di medici esterni pagati 100 euro l'ora e ha da poco esteso la call anche ai pensionati e agli specializzandi degli ultimi anni (a 85 euro). Fra i professionisti a cui AsuFc dovrebbe fare un contratto in libera professione, i sindacalisti non hanno potuto non rilevare la presenza di un medico che fino a poco tempo fa lavorava in Pronto soccorso a Palmanova e che poi si era licenziata. Ma è la punta dell'iceberg, dicono. Secondo Alberto Peratoner (Aaroi Emac), «è una deregulation totale, con un percorso di incentivazione alla fuga dal pubblico. Hanno distrutto il sistema e invece di lavorare sulla gratificazione dei dipendenti, in questo modo si va ad incentivare il fenomeno delle dimissioni dei medici che poi rientrano dalla porta secondaria, con tariffe maggiorate e una libertà d'azione totale». Peratoner fa due conti. «38 ore a settimana a 100 euro vuol dire 15mila euro al mese lordi, quando un medico dipendente ha uno stipendio base di 3mila euro». Certo, i liberi professionisti chiamati a gettone «non hanno né ferie né malattie pagate e devono farsi un'assicurazione», quindi il loro compenso va ridimensionato ma comunque «guadagnano molto di più». Lo stesso vale per gli specializzandi, che possono arrivare a oltre 12mila euro lordi al mese. «Pagano di più lo specializzando dello specialista. È grottesco. I medici del Ssr se lavorano oltre le 38 ore vengono pagati 60 euro all'ora che diventano 100 per i prontosoccorsisti, ma fino a 38 ore arriviamo a uno stipendio base da 3mila euro, 20 all'ora. Ci dev'essere una perequazione. Lo specialista dipendente guadagna meno della metà rispetto a tutti gli altri».

SIMEU
Secondo il presidente Simeu Fvg Lorenzo Iogna Prat, «AsuFc sta facendo il possibile» di fronte a Pronto soccorsi che annaspano. Come Latisana, «dove sono rimasti due medici e il direttore. Ma anche a Tolmezzo fra poco ci saranno altre uscite. Siamo sotto la linea di galleggiamento. Ma la riorganizzazione non è in agenda e l'ondata di piena non chiede permesso: ci aspetta un inverno molto difficile». Le situazioni peggiori «in Alto Friuli e nella Bassa, dove decine di migliaia di persone sono senza medico di base e quindi si riversano sui Pronto soccorso». La call di AsuFc per tappare i buchi con contratti a esterni strapagati «è un tentativo in buona fede. Ma non cambierà molto. Le condizioni di lavoro sono talmente usuranti e avvilenti che non c'è stipendio che tenga». Anche a Iogna Prat non sfugge che sui 3 esterni in entrata adesso c'è un medico che si era dimesso da un Pronto soccorso e «ora rientra dalla finestra. Un ragionamento logico, se un professionista vede la possibilità di lavorare svincolato dalla gerarchia, a 180mila euro lordi l'anno. Non demonizzo chi fa queste scelte e sceglie i contratti in libera professione guadagnando di più di chi è rimasto nel pubblico. Ma resta l'amaro in bocca». E lo stesso vale per gli specializzandi. «Per diventare medici esperti ci vogliono anche 10 anni. Ma se c'è una scorciatoia vengono demotivati». Per Iogna Prat «va rivista l'organizzazione dei servizi, anche al prezzo di scelte scomode».

    
 

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