Pronto soccorso sguarniti, caccia ai giovani medici: anche non ancora specializzati

Martedì 6 Settembre 2022 di C.D.M.
Pronto soccorso sguarniti, caccia ai giovani medici: anche non ancora specializzati

UDINE - Pronto soccorso e reparti di emergenza con l'acqua alla gola per la mancanza di personale. Così, AsuFc si gioca la carta dei laureati in Medicina iscritti all'albo dell'Ordine, con un avviso pubblico, per raccogliere le manifestazioni d'interesse dei dottori, anche non ancora specializzati (ma con un'esperienza di almeno sei mesi nel settore), a siglare dei contratti in libera professione per attività assistenziale nei reparti di Pronto soccorso e di Medicina d'urgenza dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale. Per gli incarichi è previsto un compenso di 100 euro lordi, per i medici specialisti, e di 85 euro lordi all'ora per i non specializzati, con esperienza professionale maturata con un rapporto di lavoro o con un contratto autonomo (esclusi tirocini e stage) almeno semestrale, anche non continuativa, in strutture e servizi di pronto soccorso, aree di emergenza o terapie intensive di aziende del sistema sanitario nazionale, oltre che nei servizi di emergenza territoriale 118. Come spiega il direttore generale di AsuFc Denis Caporale, «stiamo mettendo in campo tutte le azioni possibili per garantire i servizi. Il reclutamento del personale rimane un problema importante non solo per la nostra azienda e per le aziende della nostra regione, ma per tutto il sistema sanitario della nostra nazione». Il problema è serio soprattutto per le aree di emergenza, che presentano preoccupanti varchi di organico. Nel provvedimento appena emanato, infatti, Caporale evidenzia «che il continuo turn over di personale e le difficoltà di reclutamento di nuove risorse, che caratterizzano ormai da tempo le strutture aziendali deputate a gestire il settore dell'emergenza-urgenza mettono seriamente a rischio la garanzia di servizi essenziali per la salute pubblica». Una carenza che «al momento - si legge ancora - è particolarmente cogente nella sede di Latisana», ma «nei prossimi mesi le criticità si acuiranno anche negli altri servizi di pronto soccorso, anche in relazione all'impatto non preventivabile che il Covid-19 potrà ancora avere in autunno con la ripresa delle attività scolastiche e lavorative, pur in fase post pandemica». L'Azienda ha ritenuto «doveroso e improcrastinabile» correre ai ripari, «anche al fine di ovviare o comunque limitare per quanto possibile il ricorso all'esternalizzazione di tali servizi». Da qui la decisione della chiamata in trincea con incarichi in libera professione per i giovani medici, con compensi appetibili, grazie alla possibilità prevista dalla legge regionale 8 del 2022, che consente, fino al 31 dicembre 2023, di aumentare fino a 100 euro lordi il valore orario delle prestazioni aggiuntive per garantire i servizi di emergenza-urgenza.

 

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