UDINE - Dopo lo stop forzato imposto dalla crisi nell'anno nerissimo della pandemia, tornano a crescere le proposte di lavoro per i laureati dell'ateneo di Udine.
I NUMERI
Rispetto al 2019 il numero di offerte nel 2020 si era quasi dimezzato, passando da 652 a 384. Il segno della ripresa si vede già invece sul numero di proposte pubblicate in meno di sei mesi quest'anno, già 276 al 15 giugno scorso. I curricula ricevuti dal Career center, nel 2020 avevano invece subito un calo meno netto, passando dai 4.582 del 2019 ai 3.015 del 2020. Quest'anno, i dati aggiornati al 15 giugno parlano di 1.778 curricula inviati al centro dell'ateneo.
GLI AMBITI
A fare il pieno di proposte sono soprattutto i laureati in ambito economico: al 15 giugno scorso, ne erano arrivate 77 per Economia aziendale (una media di tre a settimana), 58 per Economia e commercio, 37 per Economics, solo per citare i settori più richiesti. Ma anche Ingegneria fa incetta di offerte: 62 per Gestionale, 46 per Meccanica, 43 per Civile, 32 per Elettronica, gli indirizzi più gettonati. Ma anche Arcgitettura ne ha viste 23, mentre meno bene sono andate Ingegneria industriale (8) e Scienze dell'ingegneria energetica e ambientale (7). Notevole anche il numero di proposte per gli informatici (48 in sei mesi), mentre i matematici sono stati richiesti in 28 casi, i laureati in Scienze e tecnologie multimediali hanno ricevuto 30 proposte, quelli in Tecnologie web e multimediali 29 e Computer Science 23. Per i dottori in giurisprudenza 24 proposte, ma per Scienze giuridiche solo 3. Anche il campo delle Relazioni pubbliche è andato bene, con 31 proposte, cui si aggiungono le 33 per Comunicazione integrata per le imprese e le organizzazioni. Nel campo linguistico 19 proposte per Lingue e letterature straniere, 18 per Mediazione culturale e solo 2 per Studi linguistici e letterari. Meno bene il campo umanistico, dove solo per Lettere sono arrivate 10 proposte, mentre per tutti gli altri indirizzi il numero è contenuto sulle dita di due mani (6 a conservazione dei Beni culturali e 7 a Filosofia) quando non di una (4 per Studi storici del Medioevo e per Scienze dell'antichità, 3 per il Dams e per Scienze del patrimonio audiovisivo). Non brilla, a sorpresa, neanche il settore di Agraria, che ha visto 11 offerte al Career center per Scienze agrarie, 9 per Viticoltura, 11 per Scienze e Tecnologie alimentari, 12 per Scienze per l'ambiente e la natura e Scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio, 4 per Allevamento e salute animale, solo 2 per Analisi e gestione dell'ambiente e Scienze e biotecnologie agrarie.
Sartor tiene a precisare, come nota metodologica, che lo spaccato delle offerte che arrivano al Career center non è esaustivo. «Per alcune discipline ci sono canali di riferimento di ricerca di laureati che non passano per il nostro Centro». È il caso, per esempio, di Viticoltura, dove le aziende si rivolgono direttamente ai docenti, ma anche del campo medico e infermieristico (come risaputo, richiestissimo), che al Career center ha visto pochissime proposte: le più cospicue, 11, per Tecniche della prevenzione nell'ambiente. Quindi, se «è sicuramente vero che chi ha numeri molto alti ha molte richieste, non è detto che i settori che non hanno numeri molto alti al Career center non abbiano molte richieste tout court». A dare il polso della situazione è anche il numero medio di candidati che si contendono ciascuna proposta ricevuta: se per Medicina sono solo 4,7 e 6 per Ingegneria, aumentano per Lettere (7), Scienze matematiche (7,1), Economia (7,1). Ancor più alto il numero per Giurisprudenza (8,3), Comunicazione e formazione (8,5), Lingue (9) e Agraria (9).
I CONTRATTI
Le aziende non propongono solo tirocini (il 33% delle offerte), ma anche contratti a tempo indeterminato (29%) e determinato (21%). Salta agli occhi anche il fatto che, pur di accaparrarsi i laureati, «soprattutto per i settori in cui si fa più fatica a trovare candidati», le imprese spesso non fanno differenze sulla lunghezza degli studi: al 78% vanno bene dottori sia della triennale sia della magistrale, mentre il 17% richiede solo la laurea specialistica e il 5% solo la triennale.