Ordine dei Medici in assemblea, baraonda dopo la bocciatura del bilancio. Interviene la Polizia

Martedì 31 Maggio 2022 di Camilla De Mori
Medici presenti all'assemblea
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UDINE - Baraonda ieri all’assemblea dell’Ordine dei medici, chiamata a ridiscutere del bilancio, che il 28 aprile era stato affossato con uno scarto di pochi voti a causa dei veti incrociati di “ribelli” di varia estrazione, spinti da ragioni diversissime fra loro. L’atmosfera ieri pomeriggio si è così surriscaldata che è intervenuta la Polizia, come conferma lo stesso presidente Gian Luigi Tiberio, che aveva voluto riconvocare il consesso per approvare il documento contabile, dopo quella che aveva ritenuto «un’imboscata».

Una seconda “chiamata” che gli avversari (in prima fila lo Snami, rivale della Fimmg da cui proviene Tiberio) avevano già contestato come non legittima. Stavolta, nessuno si è fatto cogliere impreparato. Nella sala dell’Ordine con capienza (causa Covid) di 76 persone, è intervenuta una folla di camici bianchi mai vista prima. E così, dopo pochi minuti, Tiberio, scusandosi con gli iscritti, vista la difficoltà di far partecipare tutti, ha sospeso l’assemblea e la ha rinviata.

LO SCONTRO
Una scintilla, in un’atmosfera già tesa, arroventata dal caso-deleghe. Salvatore Galioto (Snami) parla di «una discussione accesa», con «anche degli spintoni». «Sono amareggiato. L’incompetenza della dirigenza di questo Ordine si è rivelata manifesta. Come avevo già rilevato, la sala era inadeguata. Ciascuno di noi si è presentato con due deleghe e quando hanno sospeso la votazione avrebbero dovuto restituircele. Invece, la presidenza non ha voluto renderle. C’è stata una discussione e qualcuno ha chiamato la Polizia». La Polizia, in verità, come ha spiegato Tiberio (vedi altro articolo), già stazionava sotto la sede, in via prudenziale. «Ci sono stati spintoni e urla. Io stesso sono stato spintonato. E lo stesso è successo a un altro collega che stava filmando con il telefonino. Ho chiamato io la Polizia. Una cosa mai vista prima. Sono stato insultato e zittito», sostiene un medico di base, che si professa esponente dell’associazione Deontologia medica ma chiede l’anonimato. «Ho visto che gli animi a un certo punto si erano scaldati al punto che dei colleghi, me compreso, sono dovuti intervenire per separare persone che stavano per venire alle mani - riferisce Kizito Misehe -. Sicuramente questa non è una scena degna di un Ordine dei medici. Uno dei contendenti richiedeva le deleghe e l’altro, che non era neanche nel Consiglio direttivo sosteneva di dover invece trattenere le deleghe che erano state consegnate dopo l’annullamento della seduta. Sono dovuto intervenir per far notare che molte persone come me non avevano consegnato le deleghe e non vedevo il motivo per cui venissero trattenute solo alcune. A questa domanda il presidente mi ha risposto che loro devono trattenere tutte le deleghe delle persone che sono state registrate prima dell’annullamento per raggiunta massima capacità. Proprio perché gli animi si erano scaldati è stato richiesto intervento della forza pubblica che è intervenuta calmando gli animi». «La cosa più assurda è che la sede della nuova convocazione è stata scelta proprio dalla presidenza che auspicava una maggiore partecipazione, ma ha riprenotato la stessa sala per poi stupirsi dell’affollamento. È ossimorico. L’errore non si può imputare a nessuno dei partecipanti ma agli organizzatori», sostiene Misehe. Il presidente Snami Stefano Vignando, che non era presente, dice: «Mi hanno riferito di una baraonda vergognosa. Non posso che prendere atto dell’ennesima gaffe di questa consiliatura». «Cui prodest? A chi giova - si chiede Khalid Kussini (Fimmg) -? Lo Snami e l’Anaao, ripudiati alle ultime elezioni devono farsene una ragione. Evidentemente non riescono a digerire il rospo». Kussini ieri ha contato «quasi 180 presenti». «Sarebbe stata una riunione di routine però i colleghi no vax e sospesi per motivi disciplinari hanno fatto in modo di intralciare i lavori. Sono intervenuti anche i poliziotti».

IN PROCURA
Lo scontro, come riferisce Vignando, aveva avuto un antipasto la domenica, quando era fissata, come da prammatica, la prima convocazione (che prevede una presenza molto cospicua degli iscritti) alle 6 del mattino. E a quell’ora una quindicina di camici bianchi - come si legge nella segnalazione fatta il 29 maggio alla Procura - si sono presentati all’Ordine «ma hanno trovato l’ingresso chiuso». Dopo aver «atteso inutilmente oltre mezz’ora che qualcuno aprisse la porta», hanno chiamato «le forze dell’ordine per far registrare l’accaduto». La segnalazione è stata fatta, si legge «per richiedere se tale condotta sia lecita in quanto non è stato verificato il raggiungimento del numero legale per la validità dell’assemblea in prima convocazione».

Ultimo aggiornamento: 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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