Mutui, impennata delle rate: in Friuli Venezia Giulia corsa agli sportelli per trovare soluzioni

L'aumento dei tassi di interesse colpisce chi aveva scelto il tasso variabile

Sabato 17 Dicembre 2022 di Marco Agrusti
Mutui, impennata delle rate: in Friuli Venezia Giulia corsa agli sportelli per trovare soluzioni

L’ultima stangata prima del Natale: dopo le materie prime, la superinflazione e le bollette pazze, la brutta notizia è arrivata da Francoforte. La Banca centrale europea ha alzato i tassi d’interesse. Il denaro costa di più, l’effetto sui mutui a tasso variabile è immediato. Chi aveva preso in prestito del denaro da una banca (nella maggior parte dei casi la motivazione è legata all’acquisto della prima casa) accettando di sottostare alla fluttuazione dei tassi e rifiutando il canone fisso, ora trema. E in Friuli Venezia Giulia si parla di una fetta di popolazione che seppur minoritaria rasenta il 40 per cento se si parla dei mutui stipulati tra tutto il 2021 e l’inizio del 2022. 


EFFETTO A CASCATA
Secondo l’ultimo report di Bankitalia, nella nostra regione l’anno scorso sono stati erogati mutui bancari per l’acquisto di abitazioni per poco meno di 350 milioni di euro.

Il dato più alto da almeno cinque anni a questa parte. Le condizioni favorevoli del mercato, spinto dalla ripresa post-pandemia, avevano avvicinato di molto la convenienza del mutuo a tasso variabile e di quello a tasso fisso. Per questa ragione si era assistito a una leggera risalita della prima tipologia. In totale, si parlava l’anno scorso di un buon 40 per cento di mutui a tasso variabile. Poi, però, il quadro è cambiato radicalmente ed è iniziata la corsa al rialzo delle banche centrali riguardo ai tassi di interesse. Ed ora l’effetto - senza correttivi - rischia di essere quello di una mazzata sul risparmio delle famiglie, già eroso dalla corsa dell’inflazione. 


I NUMERI
Almeno 150 milioni di euro negli ultimi sedici mesi fanno parte della quota dei mutui a tasso variabile, che ora subiscono l’impatto frontale della decisione ratificata dalla Banca centrale europea. Cosa significa, concretamente, per una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile? L’effetto immediato è quello che si percepirà sulla rata, che potrà aumentare anche di 140-180 euro rispetto a quello che si pagava normalmente nel 2021. Questo a causa dei vari ritocchi dei tassi d’interesse. Se poi si spalma l’aggravio sui dodici mesi, si parla di una spesa extra da parte di una normale famiglia che si aggirerebbe attorno ai 1.600-2.000 euro. Solo l’ultimo choc, infine, provocherebbe un aumento delle rette pari a 50-100 euro al mese.

 
I CORRETTIVI
Esistono però delle contromisure che si possono mettere in moto anche in una situazione come questa. È ovviamente al riparo dalle fluttuazioni chi aveva scelto a suo tempo di mettere la firma su un mutuo a tasso fisso. Ma chi invece si trova ancora con un mutuo a tasso variabile, cosa può fare per evitare il salasso? La soluzione che sembra più a portata di mano, e che tante banche possono proporre ai propri clienti, riguarda l’estensione della durata dell’impegno finanziario. In poche parole una rinegoziazione, che prevede l’allungamento della durata del mutuo con un tasso che invece rimane sempre stabile. In sostanza, non si avverte immediatamente l’aumento delle rate, ma si sposta ad esempio di cinque anni nel futuro il termine per l’estinzione del finanziamento erogato. È una soluzione, questa, che ad esempio è stata utilizzata anche da diverse amministrazioni comunali in riferimento a mutui utilizzati per finanziare opere pubbliche. «Per far fronte agli aumenti futuri - spiegano dall’associazione Movimento difesa del cittadino - si possono mettere in atto la rinegoziazione per ottenere la modifica delle condizioni del contratto con la banca che l’ha erogato “senza costi aggiuntivi” ottenendo l’aumento della durata del mutuo, il passaggio da tasso variabile a tasso fisso (o viceversa), riduzione dello spread (il surplus che la banca aggiunge al tasso di riferimento; la surroga che permette, invece, di trasferire entro 30 giorni lavorativi il proprio mutuo ad altra banca (a migliori condizioni) senza alcun costo; ed infine, la sostituzione, ossia chiedendo alla propria banca un importo maggiore rispetto al mutuo residuo (il vecchio mutuo viene estinto e se ne sottoscrive uno ex-novo) che prevede l’accollo delle spese di rito: oneri notarili, imposte, spese di istruttoria, perizie e polizze assicurative».

Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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