Mutui, prestiti, debito: cosa cambia dopo il rialzo dei tassi della Bce

Le ripercussioni su spese e investimenti delle famiglie: ecco le novità

Venerdì 16 Dicembre 2022 di Mario Landi
Mutui, prestiti, debito: cosa cambia dopo il rialzo dei tassi della Bce. La rata in un anno sale di 400 euro

Mutui, debito, prestiti. Il nuovo rialzo dei tassi deciso dalla Bce ha alcune conseguenze immediate, altre a medio termine ed altre ancora difficilmente prevedibili.

Tra le prime ci sono la reazione dei mercati, l'apprezzamento dell'euro e un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato destinato a influenzare gli investitori e ad aumentare l'esborso sul fronte dei conti pubblici. Ma è soprattutto nel medio termine che si valutano gli effetti economici dei tassi più alti, perché la politica monetaria impiega fino a 18 mesi per dispiegare il suo impatto. Imprevedibile è poi il funzionamento della catena di trasmissione delle decisioni di Francoforte: le banche, ad esempio, potrebbero decidere di non toccare i tassi commerciali, riducendo i loro margini di profitto.

Il crollo delle Borse

La Bce chiude i rubinetti e i mercati affondano. Dopo la Fed, anche il consiglio direttivo dell’Eurotower ha deciso di aumentare di 50 punti base il tasso di riferimento, elevandolo così al 2,50%, nel tentativo di imbrigliare l’inflazione che resta alta in tutta Europa. Ma a creare tensione sui mercati è stata soprattutto la maggiore durezza - rispetto al passato - dei commenti con i quali Christine Lagarde ne ha accompagnato l’annuncio insieme all’anticipazione che ha partire da marzo inizierà la vendita dei titoli di Stato in portafoglio.

Mutui più cari e risparmi più vantaggiosi, tutti gli effetti dei tassi alzati dalla Bce

Mutui più cari e risparmi più vantaggiosi, tutti gli effetti dei tassi alzati dalla Bce Bce alza i tassi, le Borse crollano Immediata la reazione dei mercati, con Piazza Affari che ha ceduto il 3,4% in linea con le altre Borse europee. A sua volta lo spread tra Btp e Bund è balzato oltre quota 200 finendo a 206. «Non ho capito il regalo di Natale che la presidente Lagarde ha voluto fare all’Italia, non comprendo tanta leggerezza», ha commentato il ministro Guido Crosetto. Gli ha fatto eco in serata il ministro Matteo Salvini: «È sconcertante e preoccupante che mentre c’è un governo che sta facendo di tutto per aumentare stipendi e pensioni e tagliare le tasse, la Bce approvi una norma che brucia miliardi di euro di risparmi in Italia e in tutta Europa facendo schizzare lo spread». Nessun commento invece da Palazzo Chigi e dal ministero dell’Economia. 

Mutui più cari

È una delle conseguenze più immediate per i cittadini: il tasso dei nuovi prestiti è destinato a salire, scoraggiando i nuovi acquisti di case e deprimendo il mercato degli immobili. Secondo Bankitalia a ottobre i tassi sui nuovi mutui sono già saliti al 3,23%. Il portale Facile.it fa un calcolo dell'aumento prendendo in considerazione un mutuo da 126 mila euro a 25 anni, stipulato a gennaio 2022, con un loan-to-value (valore del finanziamento rispetto all'immobile in garanzia) del 70%. Il nuovo aumento dei tassi della Bce di 50 punti base produrrà nei prossimi mesi un aumento delle rate dei mutui variabili, con rincari di quasi 35 euro al mese per un finanziamento medio e un aggravio che sale a circa 180 euro dall'inizio dell'anno (+39%).

Giù i prestiti alle imprese, l'economia frena

In un clima sempre più incerto e con il costo del denaro sempre più alto, le imprese ridurranno la richiesta di finanziamenti. Il che significa meno investimenti, meno innovazione e meno crescita.

Si torna a risparmiare

La tendenza è già in atto a causa dell'inflazione elevata che scoraggia i consumi. Ma con i tassi d'interesse delle banche che continuano a crescere, i cittadini lasceranno i loro risparmi depositati per guadagnare qualcosa.

L'euro si rivaluta

È uno degli effetti da manuale. Tassi più alti portano a un maggiore flusso di denaro nelle banche europee, rafforzando la moneta. L'export costerà di più, l'import di meno, facendo salire la 'domanda aggregatà, ovvero la quantità di spese effettuate (dal pubblico e dai privati) per l'acquisto di beni nazionali.

Il debito costa di più

Non è un effetto diretto, ma l'aumento del tasso di sconto fa salire anche il valore, il rendimento, che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di Bot, Btp, Cct. Sono i titoli di Stato con i quali si finanzia il debito pubblico. I rendimenti già si sono adeguati, e non solo nelle aste. Sul mercato secondario il Btp viaggia orma sopra la soglia del 4%. Quanto costa alle casse dello Stato? Secondo le stime dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), cioè dell'authority italiana dei conti pubblici, un aumento stabile del differenziale di 100 punti aumenta la spesa pubblica di 19 miliardi in tre anni: 2,5 miliardi nel 2023, 6,7 miliardi nel 2024, 10,1 miliardi nel 2025.

Ultimo aggiornamento: 14:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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