Studente morto durante l'alternanza scuola-lavoro, Mattarella incontra i genitori di Lorenzo e parla di sicurezza

Venerdì 29 Aprile 2022
Studente morto durante l'alternanza scuola-lavoro, Mattarella oggi visita l'istituto di Lorenzo Parelli
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UDINE - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato a Udine in visita all'Istituto salesiano Bearzi, la scuola frequentata da Lorenzo Parelli, lo studente di Morsano di Castions di Strada, morto a 18 anni, il 21 gennaio, a causa di un incidente alla Burimec di Pavia di Udine, l'ultimo giorno di un percorso duale tra scuola e lavoro.

All'esterno dell'istituto è stato affisso uno striscione con su scritto Benvenuto Presidente. Nel cortile della scuola centinaia di studenti, schierati in due ali, sventolano tricolori e cantano salutando il presidente.  

L'incontro con i genitori

Il presidente della Repubblica ha incontrato i genitori e la sorella di Lorenzo Parelli, il 18enne morto in uno stage nell'ambito di un percorso duale scuola-lavoro.

L'incontro, riservato, si è tenuto in una stanza dell'Istituto salesiano Bearzi di Udine, frequentato da Lorenzo, e, a quanto si apprende, è durato una quindicina di minuti. Mattarella ha inoltre visitato alcuni laboratori dell'Istituto e ha successivamente raggiunto la palestra, dove è iniziata una cerimonia con gli studenti e autorità.

La morte del ragazzo

Sono passati tre mesi dalla morte di Lorenzo Parelli. Era il pomeriggio del 21 gennaio, ultimo giorno del suo stage alla Burimec di Pavia di Udine, iniziato nell'ambito di un percorso duale scuola-azienda. Quel pomeriggio Lorenzo, 18 anni, di Morsano di Castions di Strada, è rimasto vittima di un incidente sul lavoro. Lo studente, iscritto al Centro formazione professione dell'Istituto salesiano Bearzi di Udine, fu colpito al capo da una putrella d'acciaio e morì all'istante. Una tragedia che ha scosso la regione e il Paese, scatenando proteste nelle scuole di tutta Italia. Un episodio ricordato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, atteso oggi a Udine, nel suo discorso di insediamento tenuto in Parlamento, quando parlando di sicurezza sul lavoro ha ammonito «mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro». Le indagini sull'accaduto, affidate ai Carabinieri di Palmanova e coordinate dalla Procura di Udine, hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo di Pietro Schneider, 71 anni, legale rappresentante dell'azienda Burimec, e dell'operaio Claudio Morandini, 58 anni di Rive d'Arcano, il primo collega a portargli soccorso, subito dopo che il 18enne fu colpito dalla barra d'acciaio. 

Le parole del presidente

«La sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto, una necessità, assicurarla un dovere inderogabile. Questa esigenza fondamentale sarà al centro della cerimonia di dopodomani, Primo Maggio, al Quirinale», ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Anticipiamo la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale o astratta ma di un'occasione di richiamo e riflessione».  «Quando si parla di diritto al lavoro, di diritti del lavoro, di diritti sui posti di lavoro spesso non sono i giovani al centro delle preoccupazioni. E' un atteggiamento sbagliato. Il valore del lavoro - ha aggiunto - per voi giovani, e per chiunque, non può essere associato al rischio, alla dimensione della morte. La sicurezza sul lavoro si trova alle fondamenta della sicurezza sociale, cioè del valore fondante di una società contemporanea». «La natura del percorso formativo» di Lorenzo Parelli «lo aveva portato in azienda. Ma è accaduto ciò che non può accadere, ciò che non deve accadere. La morte di un ragazzo, di un giovane uomo, con il dolore lancinante e incancellabile che l'accompagna è qui a interrogarci affinché non si debbano più piangere morti assurde sul lavoro», ha concluso il presidente della Repubblica.

Il vescovo

«Questa visita del presidente della Repubblica ha un alto significato sia per l'aspetto umano di vicinanza a una tragedia pesantissima per la famiglia, per il Bearzi che è stato colpito, per tutto il territorio e la comunità di Castions di Strada, sia anche un segno di sostegno alle realtà educative di cui i salesiani e il Bearzi sono rappresentanti di altissima qualità». Lo ha detto l'arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, in occasione e poco prima della visita del presidente Mattarella. «Al di là di ogni polemica che secondo si era mossa anche fuori luogo - ha continuato il presule - secondo me questa visita è un segno di attenzione allo sforzo educativo che si fa qui e in altri istituti». L'arcivescovo, commentando l'imminente incontro con i genitori di Lorenzo, ha detto «non li ho mai incontrati, questa mattina sarà l'occasione, ma da quanto ho potuto apprendere, hanno reagito con molta fede, la fede li ha sostenuti mantenendo una serenità nel dolore, e questa è la forza della fede».

Il presidente Fedriga

«Grazie al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il suo personale interessamento. Colgo l'occasione per rinnovare alla famiglia il cordoglio, siamo consapevoli di essere davanti a una tragedia incolmabile, la presenza oggi del Capo dello Stato è un monito affinché questo impegno non venga mai meno, grazie presidente per richiamarci a questa responsabilità, che deve essere di tutti, soltanto insieme possiamo dare risposte». Lo ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, durante una cerimonia all'istituto salesiano Bearzi. «Dobbiamo rafforzare la formazione - ha aggiunto - e quindi la prevenzione. Solo la competenza e la consapevolezza possono tutelare chi, come Lorenzo, non stava lavorando, ma si stava formando. Forse in questo episodio è mancata la centralità dello studente, dunque la prima cosa è riportare le persone al centro dei percorsi formativi».

Il preside

«La sua visita è un gesto che riempie il cuore di speranza a studenti, docenti, famiglie di questo istituto, qui siamo stati toccati profondamente dalla tragedia di Lorenzo. Vogliamo ora dirle che cosa stiamo facendo per la formazione in questa opera educativa e pastorale che si muove sulle orme di don Bosco». Lo ha detto il direttore dell'Istituto salesiano Bearzi di Udine, don Lorenzo Teston, rivolgendosi al presidente della Repubblica. «Attenzione ai giovani più in difficoltà è un carattere specifico di oratorio, parrocchia e centro universitario - ha osservato - la scuola e il Cfp mirano alla formazione integrale di bambini, ragazzi, giovani. Offriamo molteplici proposte, anche attività di stage per un contatto diretto con il mondo del lavoro. svolgiamo un servizio di pubblico interesse con lo stile educativo di san Giovanni Bosco, che l'8 febbraio 1852, stipulò il primo contratto di apprendistato. Ha contribuito a far crescere un sentimento unico di passione sociale che unifica il popolo italiano che lei rappresenta. Spirito di fratellanza, coesione, cerchiamo sempre di svilupparlo, evviva don Bosco, evviva l'Italia», ha concluso.

L'amico di Lorenzo

«Di Lorenzo dico che continuiamo a ricordarlo per le sue battute e la sua passione, tanto che ci diceva sempre che gli piaceva di più la parte operativa e laboratoriale». Così Matteo Lorenzon, compagno di classe di Lorenzo Parelli. «Noi lavoriamo con macchinari a controllo numerico - ha spiegato lo studente - e il bello è che possiamo sperimentare con le mani quello che studiamo a livello teorico in classe». Parlando ancora di Lorenzo, Matteo ha aggiunto: «Ho avuto la possibilità di conoscerlo solo quest'anno, ma il tempo passato insieme è bastato per capire la bellissima persona che era: aveva sempre voglia di imparare, era sempre pronto a darti una mano, era molto allegro e scherzoso».

Ultimo aggiornamento: 13:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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