Resistenza, è morto Luciano Rapotez
vittima di un famoso errore giudiziario

Lunedì 23 Febbraio 2015
Resistenza, è morto Luciano Rapotez vittima di un famoso errore giudiziario
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UDINE - È morto nella prime ore di questa mattina all’Ospedale di Udine, Luciano Rapotez, 94 anni, dirigente dell’Anpi regionale e provinciale. Da mesi era sofferente di una grave malattia che l’aveva costretto all’immobilità.

Era nato a Muggia il 19 aprile 1920; iscritto al Partito comunista, dopo l’otto settembre ’43 si arruolo nella prima brigata “Triestina”.

La sua vita fu stravolta nel gennaio 1955: arrestato sotto casa a Gorizia dalla polizia con l’accusa di rapina e omicidio di un orefice triestino, della sua fidanzata e di una cameriera, fu torturato per giorni interi affinché confessasse. Alla fine, dopo una detenzione preventiva di 34 mesi che gli costarono la perdita del lavoro e la distruzione della famiglia e svariati gradi di giudizio che si conclusero con l’assoluzione piena in Cassazione nel 1962, fu costretto ad emigrare in Germania dove restò sino al pensionamento, nel 1986, quando rientrò a Udine, città della sua seconda moglie.

Uscito assolto dal processo, intentò una causa civile contro il Ministero dell'Interno per aver subito maltrattamenti e l'ingiusta carcerazione. Si è battuto per tutta la vita a livello politico perché venisse riconosciuta un'equa riparazione per tutti i cittadini innocenti finiti in carcere. Una lotta senza quartiere e “donchisciottesca”, conosciuta dall’opinione pubblica come il “caso Rapotez”, raccontato in libri e filmati. Non è mai stato risarcito.
Ultimo aggiornamento: 13:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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