GEMONA -
Non è reato avere delle
rappresentazioni del fascio littorio nel giardino
di casa o alle pareti. Non è reato nemmeno esporre su una
targa una
frase pronunciata da
Benito Mussolini. E non è reato
perché l’esposizione di simboli o cimeli del Ventennio
non presuppone alcuna volontà né intenzione di
ricostituire o evocare in maniera diretta il Partito nazionale
fascista. Quindi la legge Scelba del 1952, che disciplina
l’apologia del fascismo, in questo caso si disinnesca.
È quello che ha deciso ieri mattina il Tribunale di Udine,
assolvendo l’imputato
Paolo Garlant, 40
anni, residente a
Gemona nella casa
“incriminata”. Il giudice è stato chiaro: il
fatto non costituisce reato. Garlant,
collezionista e ricercatore di cimeli storici, ha
nella sua proprietà due riproduzioni del fascio littorio,
una targa con la scritta “È l’aratro che traccia
il solco ma è la spada che lo difende” e altri oggetti
rari.
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