In Fvg funghi e tossine minacciano le coltivazioni di mais, è l’effetto delle tre ondate di maltempo

Venerdì 18 Agosto 2023
In Fvg funghi e tossine minacciano le coltivazioni di mais, è l’effetto delle tre ondate di maltempo

In Friuli Venezia Giulia il maltempo ha distrutto tra il 70% e l'80% dei raccolti. Tre ondate, l'ultima il 24 luglio scorso, che hanno messo in ginocchio l'agricoltura regionale. Piante distrutte e raccolti vanificati sono solo una parte, pur grande, dei danni. L'altra è l'effetto dell'onda lunga del maltempo, che nei campi ha favorito la creazione di un ambiente umido, clima ideale per la formazione di muffe, possibili infettori di piante.

Si sta registrando, infatti, un attacco diffuso da parte di funghi, produttori di tossine.

I rischi nella filiera alimentare

Pertanto l'Osservatorio regionale sulle micotossine lancia l’allerta per la possibile presenza di micotossine nelle coltivazioni di mais colpite dalle grandinate di fine luglio, in particolare da quella di lunedì 24. Il rischio infatti, è che queste tossine, qualora presenti nella parte vegetale, entrino nella razione alimentare degli animali allevati, contaminando il latte e i suoi derivati, come i formaggi, compreso quello Dop Montasio. Alcuni anni fa, in particolare nel 2014, la contaminazione del latte da micotossine aveva causato notevoli danni economici all’intera filiera lattierocasearia della regione, caseifici compresi. Il problema andrebbe anche oltre, mettendo in difficoltà le stesse aziende agricole, che trovandosi in carenza di biomassa per alimentare il proprio bestiame, sarebbero costrette a ricorrere a fonti alternative di approvvigionamento per il periodo autunnale e invernale.

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I trattamenti, cosa fare in caso di infezione

L’Osservatorio ha quindi diffuso una nota urgente ad associazioni di categoria, responsabili di assistenza tecnica e alle stesse aziende agricole definendo gli accorgimenti da adottare. Tre le soluzioni indicate in caso di danni elevati. La prima è l’interruzione della coltivazione e l’interramento completo delle piante. La seconda è la trinciatura del mais per essere però avviato agli impianti per la produzione di biogas. La terza via prevede di destinare comunque la biomassa all’alimentazione animale come insilato, ma rispettando determinate soluzioni tecniche: evitare la contaminazione con il terreno, attendere il grado di maturazione ottimale ed evitare il mais particolarmente disidratato o con pochi zuccheri fermentescibili necessari al corretto innesco del processo biologico che rende utilizzabile l’insilato. Il processo di fermentazione può essere aiutato anche con starter naturali e con l’aggiunta di materiali ricchi di zuccheri, come la melassa.

Quando la pianta è parzialmente attaccata

In caso di danno parziale o ridotto alla coltura, conclude la nota, si consiglia di monitorare costantemente il suo stato anche in funzione dell’evoluzione climatica, in particolare della temperatura e dell’umidità. Questo in relazione allo sviluppo di funghi produttori di micotossine. In tal senso l’Osservatorio invita a preferire la raccolta non appena la coltura arriva a maturazione e il conferimento in essiccatoio per le verifiche del caso e il controllo dell’umidità. In caso si decida di optare comunque per la produzione di granella, si raccomanda di evitarne l’utilizzo, anche zootecnico, senza i dovuti controlli analitici, prima dell’essicazione e dello stoccaggio, sul livello di micotossine e umidità presenti.

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