Il fascio di luce che riporta i colori sull'altare del Re Longobardo

Mercoledì 11 Aprile 2018 di Paola Treppo
L'altare del duca Ratchis illuminato con i suoi colori originali

​CIVIDALE DEL FRIULI (Udine) - Molte opere d'arte che oggi appaiono monocrome, senza colori, all'epoca della loro realizzazione erano state interamente dipinte. Vale per statue, facciate delle chiese e bassorilievi. Nei secoli, a causa delle intemperie e di un gusto dell'arte mutato, la policromia è scomparsa. O meglio ne è rimasta traccia sono in alcuni punti.

​A Cividale del Friuli, nel Museo Cristiano e del Tesoro del Duomo, un prezioso manufatto longobardo dell’VIII secolo, l'altare del duca Ratchis, è stato oggetto di un esperimento che consente di vedere l'ara con i suoi colori originali. Grazie a una installazione video, sul prospetto frontale è stata ricostruzione la policromia in più passaggi: dal volto del Cristo, in un piccolo quadrato, fino a tutta la figurazione che comprende due cherubini e quattro angeli. 

L'altare si trova al piano terro del museo, nella prima stanza a destra. A intervalli regolari viene proiettato un fascio di luce che, mano a mano, mostra i colori originali, ricostruiti con più ipotesi sulla base dei resti di pigmento rinvenuti sulla pietra. 

Datato tra il 737 e il 744, l'altare fu commissionato dal Duca Ratchis, poi Re dell’Italia longobarda, per onorare la memoria del padre Pemmone.

Interamente realizzato in pietra di Aurisina, è uno dei monumenti più importanti dell’VIII secolo; è il primo altare della storia con impressi rilievi figurati. Nelle due lastre laterali sono scolpite la Visitazione con la Vergine e Santa Elisabetta che si abbracciano e l’Adorazione dei Magi con la Vergine sul trono e il Figlio sulle ginocchia; nella lastra posteriore, decorata da croci e ornati geometrici, si apre una finestrella probabilmente destinata a contenere reliquie.

Ultimo aggiornamento: 17:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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