Solidarietà, il sangue friulano ora "vola" in Afghanistan

Lunedì 5 Luglio 2021 di Lisa Zancaner
Iniziativa umanitaria realizzata grazie al Rotary a favore di un progetto in corso a Herat

UDINE - Il sangue friulano volerà a Herat. La generosità dei donatori di sangue del Friuli Venezia Giulia non viene nemmeno neppure in tempo di pandemia. Così il frazionamento del plasma raccolto dai servizi trasfusionali della Regione, in eccesso rispetto al fabbisogno regionale e nazionale, sarà destinato per fini umanitari. A farne richiesta alla Regione sono stati il Rotary Club di Udine e il Distretto 2060, in modo da poter disporre, a titolo di donazione, di 3mila confezioni di Fattore VIII della coagulazione da impiegare nel progetto, finanziato da queste associazioni, per la realizzazione di un Centro per l’Emofilia all’ospedale di Herat in Afghanistan. «In questo modo trasmettiamo la cultura del dono della nostra terra ad altre persone – è il commento del presidente dell’Associazione friulana donatori sangue (Afds), Roberto Flora – è un messaggio internazionale, anche perché in altre parti d’Europa non si dona sangue gratuitamente come avviene da noi. Questo è anche un bel biglietto da visita, di cui i giovani sono i testimonial». E sono proprio loro, i giovani, ad aver contribuito a mantenere attive le scorte di sangue anche durante la pandemia. 
AUMENTANO I DONATORI 
Nel primo semestre di quest’anno, l’Afds ha registrato 1.000 nuovi iscritti, 150 in più rispetto allo stesso periodo del 2020. «Un bel dato, molto positivo – commenta Flora – anche nelle scuole il messaggio sulla cultura del dono è stato recepito. Con il ritorno in presenza nelle aule, anche noi siamo ripartiti alla grande, ma i ragazzi hanno ricevuto informazioni anche mentre facevano lezioni in dad e molti sono venuti a donare per conto proprio, spontaneamente. È un segnale importante, significa che c’è spirito di attenzione, soprattutto da parte dei giovani. 
UN MESE DIFFICILE 
A giugno, purtroppo, si è verificato un calo piuttosto importante, «un mese un po’ terribile - ammette Flora – non solo in Fvg c’è stato un calo importante dei donatori, ma in tutta Italia. Forse si è innescata un po’ di confusione, tra zone bianche, gialle che hanno messo in difficoltà i donatori che, oltretutto, già pensano alle vacanze». Ma i malati in vacanza non ci vanno mai e un calo del 5% in un mese non è facile da arginare, sebbene quello di giugno sia un calo fisiologico negli anni. Il Friuli, però, ha saputo ben reagire e le perdite si stanno già recuperando. «È chiaro che ora c’è un assestamento post pandemia – spiega Flora - è cambiata la società, i ritmi, la gente è rientrata al lavoro, ma contestualmente sono tornate al lavoro anche le chirurgie, quindi noi dobbiamo essere presenti, dato che è ripreso un maggior utilizzo del sangue. Credo che la risposta non tarderà ad arrivare, anche perché qui la cultura del dono ce l’abbiamo nel Dna». Le scorte sono attive, pur tenendo la guardia alta sulle donazioni di plasma, perché i pazienti che utilizzano farmaci a base d plasma non possono restare senza. 
IL DONO DI DANIELI 
Cambia la società e cambiano e abitudini.

I lavoratori fanno spesso difficoltà a prendersi un permesso per andare a donare. Poi c’è stato il Covid che ha creato non pochi timori a far entrare i donatori nei centri trasfusionali degli ospedali. Anche la raccolta del sangue, insomma, si deve adattare ai nuovi tempi. L’Autoemoteca ha sempre dato ottimi risultati e questa sembra essere la strada del futuro. «Crediamo che ora sia necessario spostarsi sul territorio, andare a casa delle gente, rispondendo così anche alle sue esigenze». Indispensabile, dunque, rafforzare l’uso dell’autoemoteca. A rispondere a questa necessità è stata Danieli, dove l’Afds è già presente con una sua sezione. Danieli donerà una nuova autoemoteca ipertecnologica che sarà a disposizione dell’associazione già il prossimo anno.

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